Le profezie della mistica Emmerick e la rovina della chiesa con due papi.Da IL FOGLIO quotidiano - di Redazione | 20 Giugno 2013 ore 18:47 |
Chissà se Giovanni Paolo II, nel 2004, avrebbe mai immaginato che un giorno neanche troppo lontano la monaca tedesca che si accingeva a beatificare sarebbe divenuta di grande attualità? Sono passati solamente 9 anni da quel 3 ottobre del 2004 quando, il grande Papa polacco, il più grande “canonizzatore” della storia della chiesa, elevò agli onori degli altari Anna Katharina Emmerick, monaca agostiniana tedesca vissuta tra il 1774 e il 1824, proclamandola beata. La Emmerick, nata da una famiglia di origini contadine, viene venerata dalla chiesa universale per le sue doti mistiche e di veggente. Grazie alle sue visioni tramandateci è stata dissotterrata, vicino a Efeso, la casa che, secondo gli archeologi, avrebbe ospitato Maria e Giovanni in seguito alla morte di Gesù. I diari “La dolorosa Passione del Nostro Signore Gesù Cristo” rivelano alcuni particolari inediti relativi alla morte di Gesù. Ma tra le visioni della
monaca tedesca hanno spazio anche alcune profezie apocalittiche sul
destino della chiesa. Innanzitutto, Katharina Emmerick fu,
credo, la prima ad aver previsto alcuni aspetti della futura riforma
liturgica: “La Messa era breve. Il Vangelo di san Giovanni non veniva
letto alla fine”. Ma ciò che salta immediatamente all’occhio, è la sua
previsione di un tempo futuro di coesistenza di due papi: “Vidi anche il
rapporto tra i due papi… Vidi quanto sarebbero state nefaste le
conseguenze di questa falsa chiesa. L’ho veduta aumentare di dimensioni;
eretici di ogni tipo venivano nella città (di Roma). Il clero locale
diventava tiepido, e vidi una grande oscurità” (13 maggio 1820). Ecco, poi, la profezia
sulla protestantizzazione della chiesa cattolica: “Poi vidi che
tutto ciò che riguardava il protestantesimo stava prendendo gradualmente
il sopravvento e la religione cattolica stava precipitando in una
completa decadenza. La maggior parte dei sacerdoti erano attratti dalle
dottrine seducenti ma false di giovani insegnanti, e tutti loro
contribuivano all’opera di distruzione. In quei giorni, la Fede cadrà
molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e
in poche famiglie che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre”
(1820). E ancora, sempre sulla “chiesa grande”: “Vidi che molti pastori
si erano fatti coinvolgere in idee che erano pericolose per la chiesa.
Stavano costruendo una chiesa grande, strana, e stravagante”. Ma questa
profezia non si ferma qui, preannuncia anche la dottrina che, dagli anni
postconciliari, guida gran parte della pastorale ecclesiastica, quella
dell’ecumenismo e della libertà religiosa: “Tutti dovevano essere
ammessi in essa per essere uniti e avere uguali diritti: evangelici,
cattolici e sette di ogni denominazione. Così doveva essere la nuova
chiesa… Ma Dio aveva altri progetti” (22 aprile 1823). di Mattia Rossi |