Renzo Baschera

LE PROFEZIE DELLA SANTA SINDONE

MEB

Le origini II°

Solo ipotesi

II mistero della Sindone continua. I cavalieri che parteciparono alla quarta Crociata quando entrarono per la prima volta a Costantinopoli - era il 18 luglio 1203 -, ammirarono "una grande quantità di tesori e di reliquie". Quando poi, circa un anno dopo, ritornarono nella città, da nemici, con lo scopo di deporre l'usurpatere Ducas Marzulfo, si resero conto che "molte cose preziose, sia per la fede che per il loro valore, erano scomparse". Il tesoro rimasto venne affidato in custodia al vescovo più anziano che aveva accompagnato la Crociata.3 Venne poi redatto un elenco degli oggetti presi in consegna.. . E qui inizia il giallo. Il conte Riant elenca tra le reliquie anche la Sindone, mentre altri storici dicono che: "...Nessuno più sa, né greco, né francese, ove quella Sindone sia andata, quando la città fu presa".

Morto il vescovo di Troyes,4 secondo alcune versioni, la Sindone sarebbe stata sottratta da un familiare del vescovo stesso,5 per poi andare a finire a Goffredo di Charny, che l'avrebbe "deposta" a Lirey. Ma si tratta solo di una ipotesi formulata dagli storici. E, se approfondiamo la ricerca, ci troveremo davanti a tante altre ipotesi, alcune delle quali fantasiose. Lo Chifflet sostiene che la Sindone sarebbe stata portata in Francia da una nobile donna egiziana "allo scopo di fare scambio con il marito, prigioniero del duca di Savoia". C'è poi chi dice che il "Santo Lino sia stato portato in Francia da Carlotta, figlia legittima di Giovanni III". Altri sostengono ancora che la reliquia, durante il saccheggio della città di Costantinopoli, sia finita tra le mani del crociato Ottone de la Roche, che l'avrebbe inviata in Francia a suo padre, e questo l'avrebbe consegnata al vescovo di Besancon, che la "depose" nella cattedrale di Santo Stefano. Ci sono poi le ipotesi romanzate. Uno storico francese della metà del Settecento dice che: "Niuno è stato in grado di dimostrare come sia stato realmente il passaggio della Sacra Sindone dall'Oriente all'Occidente. E perché allora non dobbiamo avanzare l'ipotesi che ci possa essere stato l'intervento divino? Perché non dobbiamo supporre che anche questa reliquia possa essere stata trasportata dagli angeli?".6

Lo storico francese D. Leroy (o Lerroy) è più logico. "La Sindone - scrive - è stata trasportata in Francia da un gruppo di crociati, scelti tra i più nobili cavalieri, che giuraron di mai dichiarare i loro nomi, al fine di rimanere guardie ignote, ma fedeli, della reliquia". Abbiamo però anche chi dice che: "...Mentre la Sacra Sindone arrivava in suolo francese, a Costantinopoli si continuava ad esporre in gran segretezza un Lino, che si diceva avesse avvolto il corpo di Gesù". Sembra ancora che "più crociati raccontassero di avere sostato in preghiera davanti alla Sindone di Costantinopoli e alla Sindone di Lirey". Una delle ipotesi tra le più affascinanti ci viene raccontata da un ignoto "curatore di leggende popolari" della prima metà del Settecento. "Nei giorni del grande saccheggio di Costantinopoli, la S. Sindone venne trovata da una donna di scarsa reputazione che al solo tocco della reliquia sentì scendere in lei come il balsamo di una nuova vita. Si ripetè il prodigio della Maddalena. E la donna voltò le spalle a tutta una vita di peccato per dedicarsi a una missione: il trasporto della reliquia in Francia, affinchè potesse avere la venerazione di tutti i fedeli del mondo... La donna partì con grande fede e con grande entusiasmo, ma senza mezzi. E quando le sue forze stavano per venire meno c'era sempre un angelo che, sotto la veste di mendicante, di commerciante o di contadino porgeva alla donna tutto l'aiuto di cui aveva bisogno... Il viaggio durò dei mesi. Poi finalmente la donna arrivò in Francia e consegnò la preziosa reliquia al vescovo di Besancon... Più tardi il vescovo mandò a cercare la donna, ma questa era ormai scomparsa e nessuno la trovò mai più, come se fosse stata inghiottita dal tempo...".

Mancando dei dati storici, la leggenda s'inserisce con più facilità.

Il cavaliere invisibile.

La fantasia popolare voleva che ogni capo carismatico delle crociate venisse accompagnato da un cavaliere invisibile, il quale assumeva forme visibili solamente in caso di pericolo, per avvertire, aiutare e consolare il crociato. Questo tema, seppur con una diversa interpretazione, venne ripreso anche da Bergman nel Settimo sigillo: ma qui vediamo che il cavaliere invisibile è la morte. Una leggenda "assegna" anche ad Amedeo III di Savoia il suo invisibile cavaliere che lo segue "come un'ombra amica" durante tutta la seconda Crociata, promossa dal nipote Luigi VII di Francia e da Bernardo di Chiaravalle. In questa leggenda si racconta che il cavaliere al quale venne affidato dal cielo il compito di accompagnare e proteggere Amedeo III durante la Crociata sia apparso, per la prima volta, nell'abbazia cistercense di Hautecombe, sulle rive del lago Bourget, quando il conte andò a rendere omaggio ai suoi antenati, prima di partire per l'impresa militare in Terra Santa.

In quell'occasione "il cavaliere misterioso" avrebbe detto al conte di Savoia: "...la gloria ti attende al di là dei mari, ma la tua armatura non verrà donata ad alcun cavaliere".7 Lungo il viaggio, il cavaliere-guida ritornò ad apparire al conte per rallegrare il suo cuore: "...le tue fatiche, gli confidò, saranno ricompensate con un figlio che sarà Santo". E questo si avverrò.

Amedeo III ebbe dalla seconda moglie, Matilde di Albon, un figlio, al quale venne imposto il nome di Umberto (III) che, nonostante le sue quattro mogli, venne proclamato Santo, per le sue virtù e la sua vita integerrima. Sulla via del ritorno, Amedeo III fu costretto a modificare il programma di viaggio, perché una pestilenza stava seminando la morte tra i suoi uomini. Decise di sostare a Cipro. E qui "comparve a lui un cavaliere con un'armatura lucente come il sole, per consegnargli il Lino che aveva avvolto il corpo di Gesù..." Alcuni storici dicono invece che "il Sacro Lino sarebbe stato donato al conte di Savoia dal Maestro degli Ospitalieri, pochi giorni prima che la Morte lo trasferisse nel Regno dell'Eterno". La grande emozione ebbe su Amedeo III l'effetto di un farmaco eccezionale; decise difatti di riprendere il viaggio per portare all'abbazia di Hautecombe la reliquia. Ma il suo tempo era ormai alla fine. Quella schiarita fu breve. Difatti, a distanza di pochi giorni Amedeo III morì. E la cronaca del tempo vuole che nello stesso giorno della morte del conte di Savoia venissero scelti tre cavalieri del seguito, ai quali venne affidato il delicato compito di trasferire la Sindone nella contea dei Savoia.

Qualche tempo dopo, la Sindone giunse a Lirey. Ma nessuno è in grado di stabilire se si trattasse della stessa Sindone, né ci sono attendibili elementi storici per poter stabilire chi abbia trasferito il Lino dall'oriente alla Francia. Ancora una volta ci troviamo davanti a un mistero.

3 Era questo il vescovo di Troyes. Gli altri quattro vescovi che avevano accompagnato i crociati erano quelli di Amiens, di Acri, di Soisson e di Alberstadt.

4 La morte lo colse in Costantinopoli il 14 aprile 1205.

5 Aveva solo due sorelle: Gilla ed Eloisa.

6 In questa ipotesi c'è un chiaro riferimento alla santa Casa di Nazareth che, secondo la tradizione, venne trasportata dagli angeli sulla collina di Loreto nel 1294.

7 Era costume dell'abbazia lasciare in eredità l'armatura a un cavaliere di Hautecombe.