Renzo Baschera
LE PROFEZIE DELLA SANTA
SINDONE
MEB
LE PROFEZIE DELLA SINDONE
Guerre e successioni
Sembra che nella
seconda metà del 1600 fossero "egregiamente
diffuse in molte parti dello Stato Sabaudo le Ispirazioni della Sacra
Sindone". Sembra ancora che verso il 1630, nel ginevrino, si parlasse "delle parole della Sindone", mentre in
Piemonte qualche viaggiatore proveniente dalla Francia aveva portato "le
rivelazioni della Sindone".
Si tratta di un unico
messaggio, di contenuto profetico. Bisogna però precisare che l'origine di
queste profezie rimane avvolta nelle tenebre del tempo. Una leggenda del tardo
Settecento racconta che un certo Gerald (o Gerard) andava tutte le settimane a
confidare le sue pene al Sacro lino e un giorno, mentre era in preghiera, sentì
una voce dire di ritornare domani, a una determinata
ora, perché doveva confidargli i destini dell'umanità. Gerald ritornò
all'appuntamento e la voce iniziò a scandire "parole che sembrava non
avessero alcun significato, ma che poi rivelarono un loro contenuto
profetico". Se diamo credito a questa leggenda,
il messaggio sarebbe stato scritto pochi anni prima del trasferimento
definitivo della Sindone a Torino, e più precisamente, tra il 1572 e il 1577.
C'è
però chi sostiene che questo messaggio profetico circolasse in Francia
già nel 1550 e che giungesse a Chambéry portato da un pellegrino.
C'è ancora chi dice che vennero scritti i messaggi profetici, detti
"della Sindone", non si sa dove né quando, "ma certo in tempi in
cui la Sindone era già a Torino". L'unico punto chiaro si può avere da uno
scritto del 1830, dove si dice che: "...quella
profezia, simile a una preghiera, venne tramandata per più generazioni e poi,
verso il 1750, si perse, dopo aver subito ampie mutilazioni". Nell'
impossibilità di chiarire l'esatta origine del Messaggio, mi limiterò a sottolineare che il testo qui riportato risale a una
trascrizione frammentaria della metà del Settecento. Queste profezie sono
divise in quattro parti, ognuna delle quali è formata da quattro gruppi con
cinque righe ciascuno. Già questa suddivisione ha un suo contenuto profetico:
il vecchio mondo che muore con la rivoluzione francese; la nuova età che inizia
con Napoleone I e con la rivoluzione industriale; il tempo della belle
époque e la prima metà del secolo e i capovolgimenti che caratterizzarono
la fine del Millennio e la nuova società che verrà
instaurata nel Duemila.
Sarebbe un grossolano
errore se ci fermassimo a considerare la forma e la singola parola. Il
messaggio "è una specie di mosaico sognato, dove si possono trovare
termini latini, italiani, francesi e anche parole incomprensibili". Chi
rimane alla superficie proverà una grande noia nella
lettura. Chi invece approfondirà il messaggio "proverà una grande commozione in quanto si renderà conto della vanità di
tutte le cose, poiché tutto era già previsto e tutto era già avvenuto per
coloro che sono capaci di vedere e di sentire al di là dello stordimento
umano". E con ciò iniziamo a considerare la prima
parte di questo messaggio che va dal 1570 (circa) alla Rivoluzione Francese:
Domus Savoiardo est Taurino
et corona Maria sangua.
Ferro mortuis ottuana
et pestilentia Taurino
Carli morenti et mortuis est.
Emanuele Filiberto aveva trasferito la capitale dello stato Savoiardo a
Torino già nel 1562. La profezia, nelle prime parole, vuoi
dire probabilmente che
Impressionante la profezia sulla corona di Maria
(Stuarda) che sanguina. La regina di Francia e di Scozia (nonché pretendente alla corona d'Inghilterra) venne difatti
decapitata nel 1587.
E la stessa cosa si può dire per la morte di Emanuele
Filiberto , Testa di Ferro. Il termine ottuana potrebbe avere un
riferimento con la data di morte del duca, che morì
nel 1580.
Qui è prevista anche la peste di Torino del 1598, che ridusse la città a
dodicimila abitanti. Viene infine profetizzata la
morte di Carlo Emanuele I.
Tresenda ferita sanguinis.
Corona insula cadenti spada
Lagrima ibera et foco;
Taurino nodato est
In Vittoria cadenti corona.
Il termine tresenda, che all'origine sembra sia
stato tresa o tresan significa trenta, mentre la "ferita
sanguinante" indica una guerra. Ci fu difatti la guerra dei trent'anni
(1618-1648).
È stata poi profetizzata la decapitazione di Carlo
I d'inghilterra {corona insula) e la guerra di successione
spagnola (1700-1714)
{lagrima ibera).
Anche l'assedio di Torino del 1706 era stato previsto (Taurino
nodato - cioè: chiuso, isolato).
Abbiamo poi l'abdicazione di Vittorio Amedeo II (1730), in
favore del figlio Carlo Emanuele III.
Milcelis sanguinantis
et oriente terra frementis
pater pelegrino nova
delirio.
Terzio Victorio pasantìo est
terra Franco frementis
II termine Milcelis ha avuto varie interpretazioni. La
più logica si aggancia a un nome proprio: Miecislao I
(della dinastia dei Piasti) che introdusse il cristianesimo in Polonia. Il
messaggio quindi profetizza una guerra in Polonia. E
ci fu difatti la guerra di successione polacca (1733-1748). Ci fu poi la guerra
di successione austriaca (1740-1748). Per oriente terra va intesa
difatti
Abbiamo poi la morte di Vittorio Amedeo III (1796) e, nello
stesso anno l'invasione francese.
Turris prigio volgo capia
Luio corona sanguinis
franco terra frater
doloranti.
Corona donavit trimio
et sorgenti spada omnia
urbi.
Amen
Nelle prime parole abbiamo una sintesi non priva di un certo
fascino dell'inizio della rivoluzione francese Turris prigio, cioè la torre della prigione, vale a dire la Bastiglia,
viene presa dal popolo {volgo). Il verbo "prendere" è qui una trasformazione del latino capto. Luigi
XVI {Luio) viene ghigliottinato {corona
sanguinis). La terra di Francia è scossa dalla guerra civile {frater
doloranti). Anche il regno dei Savoia sta
attraversando una bufera. Tre {trimio) corone vengono
anticipatamente trasmesse al successore. Ci sono cioè
tre abdicazioni: Carlo Emaxiuele IV si rifugia in Sardegna e, nel 1802, abdica
in favore del fratello Vittorio Emanuele I; Vittorio Emanuele I abdica, nel
Le guerre d'Indipendenza sono qui profetizzate in tre parole: spada
omnia urbi: le spade si leveranno in ogni città. Ci
saranno tre re
Nella seconda parte del Messaggio si profetizza il periodo che
va da Napoleone I all'assassinio di Umberto I e al
terremoto di Messina:
Aquila bona et glora Francia
Pio deposto et prigio avignio
troncata gloria Lisia
et cento malo ferimento
mortuis aquila mare immensu.
È questo un "meraviglioso e impressionante" quadro
profetico di Napoleone I. L'imperatore viene qui
definito aquila bona, cioè uomo politico e militare dalle qualità
eccelse.
Ma il volo dell'aquila sarà breve e pieno d'imprevisti e di errori.
Nel 1809, il pontefice Pio VII venne
fatto prigioniero dall'imperatore, trasferito a Savona e poi a Fontainebleau. E questo momento storico lo vediamo emergere chiaramente
nella profezia.
Il termine Lisia potrebbe indicare Lipsia. Qui finisce il
"volo dell'aquila". Seguirà l'esilio e i cento giorni, che la
profezia chiama cento malo ferimento. La
morte dell'aquila avverrà in mare immensu. Muore difatti in un'isola
sperduta dall'oceano Atlantico; a Sant'Etera. Ma l'ombra di Napoleone
continuerà ancora per molto a turbare la Francia.
Rex fulmine in cielo Vindo
terzio aquile glorie madre
secundo mortuis impero
isole domus in limito
populo popular gherminio.
Le prime parole si riferiscono al Re di Roma, che "viene colpito dal fulmine" in giovanissima età, ospite
del nonno, a Vienna. Vindo potrebbe essere difatti una
abbreviazione di Vindobona (il nome celtico di Vienna). Napoleone III
"segna con la sua gloria la madre, cioè la
Francia", ma finisce, anche lui, esule in un'isola. Questa volta si
tratterà dell'Inghilterra. È questo un periodo di grande
tensione, di guerre "sparse".
Il termine gherminio è stato inteso come
"violenza" e anche come "lotta per la conquista
dell'indipendenza".
Felici et infelicitur corona
Carlo mortuis prigio volgo
croce bellum, Vitor
victoria
croce bellum, Victor
victoria
caput Rome pater eremo
Queste profezie sono molto importanti per la storia italiana.
Velici (cioè
Cario Felice) nomina
Nasce il regno d'Italia ed è già stabilito "dalla grande
Memoria Universale" ……………… Continua