Renzo
Baschera
PROFEZIE
SUL MONDO CHE SARA'
Gruppo
editoriale Armenia
Il tempo delle acque amare - Parte seconda
Dalle Centurie profetiche
dell’Abate Ladino
CENTURIA LXII
Dell’impero
blasfemo e dell’isola verde
Il "penultimo
impero" potrebbe essere l’ex Unione Sovietica, il marxismo, simboleggiato
dal colore "sanguigno".
E difatti il marxismo
che sorge "sul primo braciere spento". Cioè quando finisce la prima
guerra mondiale.
E poi crolla quando il
pontefice (la croce quirina) viene da levante. Questo pontefice potrebbe essere
Giovanni Paolo II, proveniente appunto da un Paese "a levante".
L’uomo si era illuso
che l’esperienza comunista avesse messo radici solide. Invece sulla terra tutto
è destinato a marcire, a passare. E una realtà che bisogna imparare ad
accettare.
Il crollo del regime
sovietico non ha però risolto i grandi problemi. Anzi, finirà per crearne di
nuovi. Perché la vita, nei Paesi dell’ex Urss, è "ridotta uno
straccio". Miseria, fame, violenza, si diffonderanno a macchia d’olio.
La pace dovrebbe essere
una garanzia, perché viene siglata da Eirene (dea greca della pace). Ma la
realtà è diversa.
Nell’isola verde
(potrebbe trattarsi di una posizione geografica), si sta tramando. La "gran
meretrice", forse una frangia marxista, si agita. E finirà per coinvolgere
ancora una volta il mondo in una guerra. Nefele (dea delle nubi) "cura la
pulizia". Subentra pertanto qualcosa che si riferisce all’ordine celeste,
forse all’ordine naturale.
Sembra però che finisca
per trionfare la pace. E l’aspirazione è quella di fare del mondo intero una
grande città (Universopoli). Ma si fanno i conti senza l’oste. La scienza
progredisce. Si sta delineando una grave carestia (le botti sono vuote).
Sarà in questo tempo
che una nuova legge regolerà la vita degli uomini e delle nazioni.
Importante è l’ultimo
vaticinio. Tifone, che appare sulle ceneri dell’ex Unione Sovietica, è un
mostro favoloso dell’antichità. Aveva cento teste di drago.
E pertanto "una
visione" inquietante.
CENTURIA LXIII
Dei
sacerdoti di Babele e dell’Auri Sacra Fames
14. Accenderanno la fiamma del rogo,
- per distruggere l’ultimo Incitato,
15. Che di crine aveva il verbo, - ma
orribil cupidigia avea sul palato.
"Auri sacra
fames", orribile cupidigia dell’oro (dal verso dell’Eneide III, 57).
A questa rinnovata idolatria del potere e dei soldi, si aggiunge "la
lingua infetta", cioè l’inquinamento delle lingue (significativo è l’uso
ormai costante delle parole inglesi, nella lingua italiana, per esprimere
spesso concetti che sarebbero espressi meglio con la lingua nazionale).
Sullo sfondo c’è la
confusione generale. Il trionfo di Babilonia. Sembra di trovarci davanti a uno
spaccato dei nostri giorni.
Tiche, dea del destino
e della fortuna, ha messo in croce la civiltà. L’uomo non conta più per le sue
capacità personali, per le sue risorse.
Della situazione ne
approfitta "il saracino", gli arabi, i maomettani, che faranno
dell’Italia "un’officina sperimentale" per la conquista dell’Europa.
I "grandi
sacerdoti di Babele", sono i politici, i grandi amministratori della cosa
pubblica. Il "potere gerusino" è difatti il potere del senato (la
Gerusia, di alcune città greche).
Il "tempio"
della parola vuota, della parola-trappola, finirà per portare alla pazzia.
Tutto rovinerà "nel sesto" (il sesto decennio del nuovo secolo?). Il
clima sarà infernale, il veggente ricorda a questo proposito i fiumi infernali.
E qui merita una
particolare considerazione "la nuvola nera". Potrebbe trattarsi di
una nube atomica, o comunque ad alta tossicità.
Questo avverrà mentre i
"sacerdoti di Babele" e i soldati di Esperia (Italia), Illiria (la
costa adriatica), Pannonia (regione sul Danubio) e Garlato (parte della
Frigia?) accenderanno la fiamma.
Potrebbe trattarsi di una
guerra. Una guerra "all’insegna della pazzia", visto che il veggente
ricorda Incitato, il cavallo che Caligola aveva nominato senatore.
Il vaticinio del
messaggio 15° non è di facile interpretazione.
L’arcano si fonda sulla
parola (intesa come trappola) e sull’avidità (la cupidigia).
CENTURIA LXIV
Delle sette vacche grasse e delle quattordici vacche
magre
1.
Alle nozze del re sprecone - con la regina Abbondanza
2.
Il popol dell’Arcinia Silva - aprirà la gran danza.
3.
Tempo sarà di vacche grasse, - in stalle dai muri cadenti.
4.
Sette saran le sichee vacche - divoranti, dai ferrati denti.
5.
E attorno a una montagna di ossa e pellame, - il popol intonerà il
sicheo canto.
6.
Ma la montagna di morte secca - avvolgerà il vero, sotto un gran
manto;
7.
Perché le vacche grasse saranno sette - mentre le vacche magre
8.
Saran quattordici. E dall’ambrosia, - si passerà alle acque agre;
9.
Sotto quel cielo bucato - che nessuno vuole vedere.
10. Le lune del nuovo trentesimo
tempo - vedran l’abbondanza cadere.
11. Così, le quattordici vacche
secchite - lasceranno un segno profondo.
12. Il quattordici sarà coronata
Feralia - e nel sette troverete il re dell’inganno tondo.
13. Si gira del tempo l’antica ruota:
- il saggio tranquillo si siede su scanno.
14. Per meditar sulla stramba via
sichea, - perché sul Mille e ancor Mille, con affanno,
15. Lo spettro delle vacche
rinsecchite, - tornerà col grande inganno.
Tempo di abbondanza. Ma
sarà un’abbondanza solo apparente. Le vacche grasse, precisa il veggente, sono
difatti in stalle "dai muri cadenti". Questa danza di un illusorio
benessere sarà iniziata dalla potente Germania (Arcinia Silva).
Il messaggio ha qui un
riferimento biblico: il sogno del faraone, interpretato da Giuseppe. Il
messaggio biblico parla però di sette vacche magre e sette vacche grasse. La
profezia parla invece di sette vacche grasse (anni di benessere) e di
quattordici vacche magre (anni di carestia). Gli anni di carestia saranno
pertanto il doppio degli anni di abbondanza.
Alla fine degli anni di
abbondanza, l’uomo si troverà assediato da montagne di ossa e pellame. Si
troverà cioè avvolto dagli inquinamenti, che renderanno la vita sempre più
difficile.
Sembra di capire che il
passaggio dall’abbondanza alla carestia sarà rapido, traumatizzante. Si passa
dall’ambrosia (la bevanda degli dei.) alle acque agre (le acque avvelenate). E
questo finirà per provocare disordini, conflitti, malessere generale.
Il "cielo
bucato" potrebbe indicare le fasce di ozono compromesse dagli
inquinamenti.
Tutto questo avverrà
nel "trentesimo tempo". Potrebbe riguardare il 2030. O un tempo molto
vicino.
Non ci sono dubbi: il
tempo della carestia lascerà sulla terra un segno profondo.
Il 12° vaticinio è di
difficile interpretazione, anche perché il quattordici e il sette non hanno
probabilmente un riferimento al tempo terrestre. E da considerare però Feralia
(festa in onore dei morti, che si celebrava a Roma il 21 febbraio) e il "re
dell’inganno". Il vaticinio pertanto è nefasto.
Infine, se consideriamo
il "Mille e ancor Mille", e la tragedia, iniziata con l’abbondanza e
il consumismo sfrenato, il tempo riguarda la nostra generazione. Una
generazione che lascerà ai posteri "una montagna di ossa e pellame".
Continua........