Renzo Baschera

PROFEZIE SUL MONDO CHE SARA'

Gruppo editoriale Armenia

Il tempo delle acque amare - Parte seconda

Dalle Centurie profetiche dell’Abate Ladino

CENTURIA LXII

Dell’impero blasfemo e dell’isola verde

  1. Sarà della storia il penultimo impero - blasfemo, sanguigno e odorante di cimitero.
  2. Sorgerà sul primo braciere spento, - nel tempo in cui scarseggerà il pulmento.
  3. E crollerà nel tempo in cui la croce - quirina porterà da levante la gran voce.
  4. Memento homo!... Tutto marcisce, tutto muore; - tutto passa, seppur con dolore.
  5. Accetta la storia, o uomo canuto, - e sotto il monte non rimpiangere il pupo.
  6. Perché la vita è ridotta uno straccio - nel mondo che stringe il suo laccio.
  7. La pace, Eirene, ormai l’ha scritta, - levando i torni dall’antica soffitta.
  8. Ma nell’isola verde, felice, - sul mare agitato della gran meretrice.
  9. Si festeggia l’ultima pace, - tra il mondo agitato e il mondo che tace.
  10. Nefele cura la gran pulizia: - tra il sole e le stelle regna armonia.
  11. Ecco: l’ulivo è arrivato sul trono beato, - e nella taberna fa casa il soldato.
  12. Stige è placato, il viro è santo: - universopoli sorge d’incanto.
  13. Il carro cammina senza ruote, - ma le botti del vino sono già vuote.
  14. La legge del Sinai scende solenne, - pensando a una legge quasi perenne.
  15. Ma sulle ceneri del morto impero - appare Tifone, col suo destriero..

Il "penultimo impero" potrebbe essere l’ex Unione Sovietica, il marxismo, simboleggiato dal colore "sanguigno".

E difatti il marxismo che sorge "sul primo braciere spento". Cioè quando finisce la prima guerra mondiale.

E poi crolla quando il pontefice (la croce quirina) viene da levante. Questo pontefice potrebbe essere Giovanni Paolo II, proveniente appunto da un Paese "a levante".

L’uomo si era illuso che l’esperienza comunista avesse messo radici solide. Invece sulla terra tutto è destinato a marcire, a passare. E una realtà che bisogna imparare ad accettare.

Il crollo del regime sovietico non ha però risolto i grandi problemi. Anzi, finirà per crearne di nuovi. Perché la vita, nei Paesi dell’ex Urss, è "ridotta uno straccio". Miseria, fame, violenza, si diffonderanno a macchia d’olio.

La pace dovrebbe essere una garanzia, perché viene siglata da Eirene (dea greca della pace). Ma la realtà è diversa.

Nell’isola verde (potrebbe trattarsi di una posizione geografica), si sta tramando. La "gran meretrice", forse una frangia marxista, si agita. E finirà per coinvolgere ancora una volta il mondo in una guerra. Nefele (dea delle nubi) "cura la pulizia". Subentra pertanto qualcosa che si riferisce all’ordine celeste, forse all’ordine naturale.

Sembra però che finisca per trionfare la pace. E l’aspirazione è quella di fare del mondo intero una grande città (Universopoli). Ma si fanno i conti senza l’oste. La scienza progredisce. Si sta delineando una grave carestia (le botti sono vuote).

Sarà in questo tempo che una nuova legge regolerà la vita degli uomini e delle nazioni.

Importante è l’ultimo vaticinio. Tifone, che appare sulle ceneri dell’ex Unione Sovietica, è un mostro favoloso dell’antichità. Aveva cento teste di drago.

E pertanto "una visione" inquietante.

 

CENTURIA LXIII

Dei sacerdoti di Babele e dell’Auri Sacra Fames

  1. Nel tempio della lingua infetta, - i sacerdoti di Babele santa,
  2. Incenseranno, salmodiando il turco, - l' auro vitello, caudato sul quaranta.
  3. Cupidigia nell’aria va volando - è sola del denaro la gran voce:
  4. Venite! Venite a veder l’uomo di Tiche - come la civiltade l’ha messo in croce.
  5. Ai piedi del calvario, il saracino - opera del verbo la gran fucina.
  6. Qui si gonfia l’inganno secolare - con un’ arte orafa alquanto sopraffina.
  7. Oh! Grandi sacerdoti di Babele, - adorni di potere gerusino:
  8. Il vostro tempio rovinerà nel sesto, - tenetevi pur saldi al baldacchino!
  9. E delle ragnatele di pazzia, - da voi tessute sulle rive dell’Acheronte,
  10. Intrecciando la numerica quintilia - con drago bruno di Flegetonte;
  11. Non rimarrà nulla. Sola, vagante, - vedrete la nuvola nera,
  12. Che volteggia sul mar babilino - nell’ultima, tragica sera.
  13. Sacerdoti di Babilonia, e soldati - di Esperia, di Illiria, di Pannonia e del Garlato,

14.   Accenderanno la fiamma del rogo, - per distruggere l’ultimo Incitato,

15.   Che di crine aveva il verbo, - ma orribil cupidigia avea sul palato.

"Auri sacra fames", orribile cupidigia dell’oro (dal verso dell’Eneide III, 57). A questa rinnovata idolatria del potere e dei soldi, si aggiunge "la lingua infetta", cioè l’inquinamento delle lingue (significativo è l’uso ormai costante delle parole inglesi, nella lingua italiana, per esprimere spesso concetti che sarebbero espressi meglio con la lingua nazionale).

Sullo sfondo c’è la confusione generale. Il trionfo di Babilonia. Sembra di trovarci davanti a uno spaccato dei nostri giorni.

Tiche, dea del destino e della fortuna, ha messo in croce la civiltà. L’uomo non conta più per le sue capacità personali, per le sue risorse.

Della situazione ne approfitta "il saracino", gli arabi, i maomettani, che faranno dell’Italia "un’officina sperimentale" per la conquista dell’Europa.

I "grandi sacerdoti di Babele", sono i politici, i grandi amministratori della cosa pubblica. Il "potere gerusino" è difatti il potere del senato (la Gerusia, di alcune città greche).

Il "tempio" della parola vuota, della parola-trappola, finirà per portare alla pazzia. Tutto rovinerà "nel sesto" (il sesto decennio del nuovo secolo?). Il clima sarà infernale, il veggente ricorda a questo proposito i fiumi infernali.

E qui merita una particolare considerazione "la nuvola nera". Potrebbe trattarsi di una nube atomica, o comunque ad alta tossicità.

Questo avverrà mentre i "sacerdoti di Babele" e i soldati di Esperia (Italia), Illiria (la costa adriatica), Pannonia (regione sul Danubio) e Garlato (parte della Frigia?) accenderanno la fiamma.

Potrebbe trattarsi di una guerra. Una guerra "all’insegna della pazzia", visto che il veggente ricorda Incitato, il cavallo che Caligola aveva nominato senatore.

Il vaticinio del messaggio 15° non è di facile interpretazione.

L’arcano si fonda sulla parola (intesa come trappola) e sull’avidità (la cupidigia).

 

 

 CENTURIA LXIV

Delle sette vacche grasse e delle quattordici vacche magre

1.       Alle nozze del re sprecone - con la regina Abbondanza

2.       Il popol dell’Arcinia Silva - aprirà la gran danza.

3.       Tempo sarà di vacche grasse, - in stalle dai muri cadenti.

4.       Sette saran le sichee vacche - divoranti, dai ferrati denti.

5.       E attorno a una montagna di ossa e pellame, - il popol intonerà il sicheo canto.

6.       Ma la montagna di morte secca - avvolgerà il vero, sotto un gran manto;

7.       Perché le vacche grasse saranno sette - mentre le vacche magre

8.       Saran quattordici. E dall’ambrosia, - si passerà alle acque agre;

9.       Sotto quel cielo bucato - che nessuno vuole vedere.

10.   Le lune del nuovo trentesimo tempo - vedran l’abbondanza cadere.

11.   Così, le quattordici vacche secchite - lasceranno un segno profondo.

12.   Il quattordici sarà coronata Feralia - e nel sette troverete il re dell’inganno tondo.

13.   Si gira del tempo l’antica ruota: - il saggio tranquillo si siede su scanno.

14.   Per meditar sulla stramba via sichea, - perché sul Mille e ancor Mille, con affanno,

15.   Lo spettro delle vacche rinsecchite, - tornerà col grande inganno.

Tempo di abbondanza. Ma sarà un’abbondanza solo apparente. Le vacche grasse, precisa il veggente, sono difatti in stalle "dai muri cadenti". Questa danza di un illusorio benessere sarà iniziata dalla potente Germania (Arcinia Silva).

Il messaggio ha qui un riferimento biblico: il sogno del faraone, interpretato da Giuseppe. Il messaggio biblico parla però di sette vacche magre e sette vacche grasse. La profezia parla invece di sette vacche grasse (anni di benessere) e di quattordici vacche magre (anni di carestia). Gli anni di carestia saranno pertanto il doppio degli anni di abbondanza.

Alla fine degli anni di abbondanza, l’uomo si troverà assediato da montagne di ossa e pellame. Si troverà cioè avvolto dagli inquinamenti, che renderanno la vita sempre più difficile.

Sembra di capire che il passaggio dall’abbondanza alla carestia sarà rapido, traumatizzante. Si passa dall’ambrosia (la bevanda degli dei.) alle acque agre (le acque avvelenate). E questo finirà per provocare disordini, conflitti, malessere generale.

Il "cielo bucato" potrebbe indicare le fasce di ozono compromesse dagli inquinamenti.

Tutto questo avverrà nel "trentesimo tempo". Potrebbe riguardare il 2030. O un tempo molto vicino.

Non ci sono dubbi: il tempo della carestia lascerà sulla terra un segno profondo.

Il 12° vaticinio è di difficile interpretazione, anche perché il quattordici e il sette non hanno probabilmente un riferimento al tempo terrestre. E da considerare però Feralia (festa in onore dei morti, che si celebrava a Roma il 21 febbraio) e il "re dell’inganno". Il vaticinio pertanto è nefasto.

Infine, se consideriamo il "Mille e ancor Mille", e la tragedia, iniziata con l’abbondanza e il consumismo sfrenato, il tempo riguarda la nostra generazione. Una generazione che lascerà ai posteri "una montagna di ossa e pellame".

Continua........