Renzo Baschera

PROFEZIE SUL MONDO CHE SARA’

Gruppo editoriale Armenia 

Dalle centurie profetiche dell'Abate Ladino

Il tempo della selvatica bufera Parte terza

La storia si ripete. I "dodici" (discepoli) ritornano a pescare. E sono gli ultimi "vivi" (cristiani).

La religione "è strappata" (insultata, derisa, oltraggiata). Perché sul mondo domina la scienza.

Questo atteggiamento irresponsabile dell'uomo, riaprirà le porte alla "Gran Dama" (la morte).

Due sventure sono nell'aria: un disastrante terremoto (che colpirà Ro­ma) e l'invasione dei Mori.

In questo tempo, Simone ritornerà a Roma. Ma tutto sarà diverso. "La pietra, dice il messaggio, non sarà più tonda". E il riferimento è al pontefice.

 

CENTURIA LXXVIII

Del Sinedrio giallo e dell'ombra di Tifo

 

1) Turpe verbum, vola nell'aria infuocata,        mentre sangue lorda la gradinata.

2) Quirina sventura, dall'Eridia terra fuggita,    or che radice vai più della vita.

3) II vivo è smarrito, il campo è agitato:          su tutto domina l'occhio piumato.

4) Lucifera luce, sull'Adriatica terra,                dove la Popa agre acque rinserra.

5) Rovato di rovi, il rovo rovato:                     il Principe s'insedia sul friso prato.

6) Terrae motus factus est. In bianca               terra, crolla la secolare panca.

7) Viro smarrito, di mitania schiavo,                la gloria ha perso dell'antico avo.

8) È questo il tempo rovato,                           in cui il giallo sinedrio si è insediato.

9) Giustizia? Giustizia sporca:                         è l'innocente che va alla forca.

10) In media terra, Bubona legge spezzata     e giallo sinedrio germoglia in triste vallata.

11) L'ombra di Tito sul tempio settano,            lunga disegna l'antico pantano.

12) Copre la terra, la grande fumata,                ma rimane un pertugio per l'arca piumata.

13) Viro di paglia, uccel vulnerato:                  dragosa volante cade nel prato.

14) Tra fuoco e saette, tra canti e lamenti,        terredo brucia i sette plumenti.

15) Mediolanum et Venetia fuori dal gregge:   qui del Sinedrio non conta la legge.

 

Una parolaccia (turpe verbum) vola nell'aria, gravida di tensioni e di violenze.

Orrendo crimine viene consumato in una città (forse Roma). Un'im­portante gradinata (Trinità dei Monti?) viene macchiata di sangue.

La sventura parte dalla valle del Po (Eridia). Qui sta sorgendo qualco­sa di nuovo. Forse, uno stato indipendente.

Venere, la stella che compare al mattino, prima dello spuntar del sole, brilla sull'Adriatico. E la sua luce potrebbe essere messaggera di sventu­ra, perché è presente la Popa (sacerdotessa sacrificale).

Il mondo è un intricato rovaio. Il veggente, con poche parole, presenta questo complicato quadro.

Il "Principe" potrebbe essere un personaggio proveniente dal nord. Ma il terremoto (terrae motus) modifica i suoi disegni.

La "bianca terra" potrebbe voler indicare una località geografica (Ca­po Bianco, lago Bianco, mar Bianco, monte Bianco, ecc). Qui, crollerà l'antica legge.

L'uomo è smarrito. Ha perso le sue tradizioni, ha dimenticato le sue origini.

In questo tempo così complicato, così difficile, s'insedia il "giallo Si­nedrio". Si potrebbe pensare a una giustizia proveniente dall'oriente (giallo). Il sinedrio era il tribunale supremo degli ebrei. E c'è un secondo riferimento al popolo ebraico: l'ombra di Tito. Fu difatti questo impera­tore che nel 70 d.C. distrasse Gerusalemme.

Potrebbe pertanto voler profetizzare la distruzione d'Israele.

E viene profetizzata anche una catastrofe: "dragosa volante" (disco volante?) cade nel prato.

In questo tempo di "fuoco e saette", di "canti e lamenti" (contrasti) dominerà la legge del Sinedrio giallo.

Escluse Milano e Venezia, dove la legge del Sinedrio non conta. Qué­sto vaticinio lascia intendere che queste due città (regioni) non faranno parte dell' "italico suolo".

 

CENTURIA LXXIX

Della teredina peste e del satanico ferrigno

 

1) Nell'anno delle gialle corone serte,                     porte libitine saranno ognora aperte.

2) Nell'aria densa, come bruno manto,                    si diffonderà il lezzo di camposanto:

3) Morte nell'aria, morte nei cuori;                            la morte trionfa su rose e allori.

4) La falce è affilata in Anglia Terra:                          spugnosa è la storia dell'orrida serra.

5) Un terzo. Un terzo nell'erba prativa,                      traghetterà sull'altra riva.

6) E il tempo del fieno sarà settimino,                       perché tutto secca nel dotto giardino.

7) Teredina è la peste, che rode l'epato,                  e disfa il cervello. Il tempo è segnato!

8) Legato da dritta, in stirpe ferrigna,                         legato da manca in sorte maligna.

9) In quel satanario di bugne marcite,                       si destano fosche larve assopite.

10) II mal del cammello, la febbre dell'orso,             di capra e vitello, il veleno è nel morso.

11) II castagno, l'abete, la quercia regina,                 scrivon la storia del mondo in rovina.

12) È qui che disperato grido di confusa gente,        contro il ferrigno si alza stridente.

13) II vecchio bambino, tremante in ferrigna sacca,    rinasce e convive con l'antica baldracca.

14) In peste et fame conversio terra,                         la donna lassa, piangendo erra.

15) Conversio. Conversio in spada ignuda,               così chiude il Santo Ruteno la storia cruda.

 

Le "gialle corone" potrebbero indicare i Paesi del Sol Levante, soprat­tutto la Cina e il Giappone. Ma il giallo ha anche valore simbolico: il tra­dimento, la perfidia.

Si possono avere pertanto due interpretazioni.

Non ci sono dubbi invece "sull'aria densa, come bruno manto". Si tratta dell'inquinamento atmosferico, concausa della "teredina peste".

Il termine "teredina" potrebbe derivare dal latino "teredo" (tarlo, verme della carne). La peste non risparmia la bellezza (rose), né la gloria (allori).

La falce "è affilata in Anglia Terra", parte cioè dall'Inghilterra. Il messaggio potrebbe pertanto profetizzare il "morbo della mucca pazza".

Ma questo morbo sarebbe solamente "un momento" della pestilenza. Un punto di passaggio. E qui si avrebbe già una conferma, perché diversi scienziati fanno risalire l'origine dei nuovi agenti infettivi al 1957, quan­do nella Nuova Guinea un morbo misterioso, chiamato "Kuru", iniziò a colpire molte persone.

Poi si arrivò all'Aids, all'ebola, alla legionellosi, per arrivare alle En­cefalopatie Spongiformi Trasmissibili. Una pestilenza che dovrebbe rag­giungere verso il 2015 la sua punta massima.

Il messaggio parla di "un terzo" di conseguenze letali. Ma si tratta di una misura simbolica, derivante probabilmente dall'Apocalisse di Gio­vanni.

Il decorso sarà breve: settimino (sette giorni).

La "sorte" sembra coinvolgere tutti gli esseri viventi. La peste colpirà difatti anche gli animali e le piante.

E, anche questa volta, la medicina ufficiale, che utilizza anche l'alta tecnologia, si manifesterà impotente.

Al seguito della pestilenza "giungeranno" la fame, il disordine e la ri­voluzione (conversio).

E solo un personaggio "Santo", proveniente dall'Ucraina (Ruteno) porterà un po' di sollievo. Infine "chiuderà" questa "storia cruda".

 

CENTURIA LXXX

Del tempo di Lazzaro e delle terre piumate

 

1) Finita è la guerra, risorge il ferrigno,                   e sul pascolo vulnera sempre il maligno.

2) Uccelli giganti, di ferro piumati,                          con occhio vigile sui monti e sui prati.

3) II raggio muto, che infine consola,                     stanno lanciando una muta parola.

4) Omnia mutante. L'uccello è divino,                    e casa edifica nel cielo sanguigno.

5) Piumata civiltade batte alle porte                       e le misure del viro saranno corte.

6) Raggi, lampi, mute e invisibili spade,                apriranno al terrestre nuove contrade.!

7) L'occhio piumato vigila il tutto                            ma il viro teme di esser distrutto.

8) Vola parola nel cielo mutato,                             e l'universo sembra un ducato.

9) Ma la parola è tutta vestita                                 e dal terrestre non è capita.

10) Fin quando, nel giorno di Sara,                        il viro Mardukas apre la bara.

11) Una è la bocca. Una è la speme.                     Si sta gettando il nuovo seme.

12) Si alza il sipario su terre piumate;                     si alza il sipario su terre fatate.

13) Si parla di terre colore del cielo,                      si parla del cielo senza il suo velo.

14) Sogno reale, di Nisa segnato:                          il Grande Viroso il tempo ha fermato.

15) Ma il sogno è fugace:                                      cade parola, nel tempo che tace.

 

La scienza è il grande idolo del mondo. Risorge l'alta tecnologia. E l'uomo s'illude di risolvere i suoi problemi esistenziali attraverso queste strade.

Il messaggio introduce però elementi nuovi: gli "uccelli giganti, di fer­ro piumati". Potrebbe trattarsi di dischi volanti.

Esseri extraterrestri, osservano e lanciano messaggi, incomprensibili, per i terrestri (muta parola).

La "piumata civiltade" è la civiltà degli extraterrestri, che batte alle porte. E il terrestre si renderà conto di avere mezzi molto limitati (le mi­sure saranno corte).

Questo anche se "invisibili spade" apriranno nuove possibilità all'e­splorazione spaziale.

C'è però il timore di essere distrutti, annientati.

S'incrociano messaggi nel cielo tormentato. E le distanze si accor­ciano.

Il vaticinio dice difatti che l'universo "sembra un ducato".

Un giorno, finalmente, un messaggio viene decifrato dai terrestri.

Questo avverrà "nel tempo di Sara". E qui sembra di cogliere un rife­rimento biblico, sia per il tempo sia per il luogo. Sara, moglie di Abra­mo, visse centoventisette anni e poi fu sepolta nel campo di Macpela. La chiave profetica, probabilmente, sta qui.

Il "viro Mardukas" potrebbe essere invece l'anagramma del nome di colui che riuscirà per primo a decifrare i messaggi degli extraterre­stri.

E questo permetterà di compiere un passo decisivo verso gli esseri in­telligenti extraterrestri. Anzi, si riuscirà a stabilire con questi un rapporto di "buon vicinato".

Solo allora il terrestre scoprirà che "altre terre avranno il colore del cielo e che nel cielo non ci sarà aria".

Forse, gli extraterrestri non hanno bisogno dell'aria, per poter vivere.

Il termine "Nisa" non ha un'interpretazione facile.

Questo primo contatto è però "un sogno fugace", perché "cade la pa­rola" e "il tempo tace".

Interviene qualcosa che provoca l'interruzione del contatto.

 

CENTURIA LXXXI

Del formicaio celeste e dei Magi fatati

 

1) Nuovo Noè, in arca rinnovata.                        Riprende il sogno della gran covata.

2) E nel tempo della media rosa,                       nella vallata nessuno riposa.

3) Morte vagante e storie finite,                          racconterà Ares, Zeus, Hermes ed Afrodite.

4) Oltre. Oltre luciferina luce,                              il formicaio scruta, sospira, cuce.

5) L'abito nuovo cuce, per la vecchia terra:         lordata……………Continua