Renzo Baschera

PROFEZIE SUL MONDO CHE SARA’

Gruppo editoriale Armenia 

Dalle centurie profetiche dell'Abate Ladino

Il tempo della selvatica bufera Parte seconda

 

Ma il dominio di Satana rimarrà sempre esteso a tutto il mondo. Difatti, San Giorgio "è preso al laccio".

"Il tempo di Cesare" (nel 476 d.C. Odoacre depone l'ultimo imperatore) potrebbe riguardare "il tempo dell'Anticristo". In questo caso, il prin­cipe del male regnerebbe circa diciassette mesi (4+7+6).

Sarà un tempo breve, ma pieno di affanni, di dolori, di angosce.

Meretrìa, principe del male, scomparirà. Ma nel mondo rimarrà purtroppo "il suo erede" (un rinnovato vitello d'oro?).

 

CENTURIA  LXXV

Delle lacrime su Gerusalemme e della pioggia di fuoco

 

1) Passata è Meretrìa e passato è chi in lei crede,

    ma sullo sfondo cupo resta l'erede.

2) Erede di spade sanguinanti,

     erede di gramaglie lacrimanti.

3) Che sposando la daga, l'alchimia e il sacello

     farà del mondo un grande macello.

4) A nulla serviran le lacrime sante,

     in Jerusalem. E le visioni da levante.

5) Nel tempo degli astri ombrosi in terra,

     dilagherà un disastro. Ma non è guerra.

6) Pioggia di fuoco, pioggia a gran getto,

     che disfa, che scioglie il tetto.

7) Cade una goccia: buca la terra.

     E la Gran Dama qui la sotterra.

8) Nuove città e nuove contrade aquiline,

     trasformate saran in montagne di rovine.

9) C'è un lampo che gira impazzito;

     c'è il respiro del vecchio Curito.

10) Di Pitone subentra lo scatto, 

      dal cielo una voce ammonisce: È fatto!

11) Si spalanca il tombone, per il tutto mortale,

       e qui Hydraser ferrigno avrà la finale.

12) II cielo è di fuoco, la terra è malata,

       il mare ribolle sull'onda segnata.

13) Le grotte son case, sul monte Cimino,

       la vita è ridotta al lumicino.

14) La manna s'invoca, ma il cielo è matrigno:

       rimbomba nell'aria un cupo ghigno.

15) Un tempo è finito. Un tempo è passato:

       scomparso è l'erede. Scomparso è il segnato

 

L'erede di Meretrìa, cioè dell'Anticristo, sarà "un sostenitore" delle sue ideologie devastanti. Potrebbe essere un politico senza scrupoli, po­trebbe essere un militare o un capitalista. In ogni caso, si tratta di un personaggio "segnato" (con ferite, o "segni" naturali) che continuerà a seminare la disperazione e la morte.

Userà tre mezzi per raggiungere i suoi scopi: la spada (guerra), l'alchimia (la scienza, la chimica) e la religione.

A Gerusalemme "piangeranno" le immagini sante. E soprattutto a Levante avremo testimonianze di visioni angeliche.

Gli "astri ombrosi" potrebbero indicare eclissi di sole e di luna.

La "pioggia di fuoco, che disfa, che scioglie il tetto", potrebbe avere un riscontro con l'ambiente inquinato. Le piogge acide, le piogge ra­dioattive, "sciolgono". E sono piogge "letali". Difatti è presente la "Gran Dama" (la morte).

Nuove città (New York?) e vecchie contrade (l'Europa?) saranno trasformate "in montagne di rovine".

Il "lampo che gira impazzito" sembra indicare una nube atomica che gira attorno alla terra, seminando il terrore.

Non è facile interpretare il simbolo del "vecchio Curito". Forse, nasconde il luogo dal quale si sprigionerà la nube atomica. Ma potrebbe an­che voler indicare il curio, elemento radioattivo.

Pitone (drago favoloso di smisurata grandezza), qui simboleggia la conclusione di una catastrofe.

E sembra che "nel tombone" questa volta finisca anche Hydraser, il capitalismo, il profitto esasperato.

Sotto un cielo di fuoco si scrive il necrologio del vitello d'oro. La "terra è malata" (avvelenata dagli inquinamenti). La gente fugge verso le montagne, invocando "la manna". Ma il cielo è matrigno. Qui finisce il tempo dell'erede dell'Anticristo. Il tempo "del segnato".

 

CENTURIA LXXVI

Dell'uomo akedioso e dei sacerdoti ferrigni

 

1) La vita è fumosa, spenta è la luce

     e il serpente ferrigno la veste cuce.

2) Veste akediosa, il cui sarto è la chiesa;

      l'antica candela non è più accesa.

3) Carità di parola, carità di vetrina:

     il mondo è una silente carneficina.

4) Nascosta è la fame, nascosto è il dolore,

     in vetrina, lustrato, appare l'amore.

5) Ahi! La terra matrigna, colorata di amor di favella.

     È questo il tempo bruciato sull'amor di sorella.

6) Nel tempio del liquor velenoso, sua eminenza

     sgrana il rosario dell'indifferenza.

7) E tra una prece, una rosa e una vigna,

     la serpaga scuola cavalca ferrigna.

8) Sacerdoti del mar Babilino, rovati signori,

     principi, duchi, conti, adagiati su secchi allori.

9) Attenti! Il mondo è una mela marcita,

     e nel duemilasettantatrè sarà tagliata, ferita.

10) II marcio liquore sommergerà Frisia e Pannonia,

      Sarmazia, Tracia, Neustrasia e Sassonia.

11) Per la Cilicia e la Frisia, la toga è pulla:

       qui si ritorna già nella culla.

12) Il fuoco divampa sull'acre liquore,

       il mondo è colpito da ferrigno malore.

13) Polvere nera, sangue marcito, vento rabbioso,

       avvolge il regno del gran accidioso.

14) Nera è la piaga, calda è la testa,

       dell'Archinio si prepara gran festa.

15) È questo un granello dell'ultima fine.

      Qui bacia Gran Dama Apicio di Chrine.

 

Il "serpente ferrigno" (l'alta tecnologia) cuce gli strappi della sua veste.

Strano a dirsi, il sarto di questa operazione è la chiesa. Ma qui non alberga più la fede (l'antica candela).

Il termine "akedioso" potrebbe voler indicare l'accidia, l'avversione a operare. Uno dei sette peccati capitali.

Si parla molto di carità e di amore fraterno, ma la realtà è ben diversa.

La fame e il dolore avvolgono il mondo. Ma in "vetrina" appare "l'amore lustrato".

Si "opera molto con le parole", che rimangono solo parole. L'uomo è accidioso, indolente. E l'accidia entra anche nella chiesa, dove si sgrana il rosario dell'indifferenza.

Sacerdoti di Babilonia, della confusione, dell'inganno, corrotti, arruffati signori, detentori del potere, non si rendono conto di essere "adagiati su secchi allori". La loro vita è fallimentare.

E qui abbiamo una data: 2073. In questo tempo, la mela marcita, cioè la terra, sarà tagliata. Sarà un'opera di purificazione, sia per l'uomo sia per l'intero pianeta.

Sarà un tempo di dolori per l'Europa Centrale e anche per l'Asia Minore (la Cilicia).

Il fuoco è qui accostato al "ferrigno". Ma questo "ferrigno" è colpito da malore. Le conseguenze saranno pesanti perché "polvere nera e san­gue marcito finiranno per avvolgere il mondo".

Archinio (lo statista che nel V secolo a.c. rovesciò il governo dei tiranni) lascia intendere grandi e immediati cambiamenti. C'è un potere civile e militare che viene rovesciato.

Ma questo, avverte il veggente, è solamente "un granello" dei grandi cambiamenti che stanno maturando. In lontananza si vede operare la Gran Dama (la morte), che bacia Apinio (crapulone, dei tempi di Augusto).

Sono due simboli che indicano la fine rovinosa di un sogno. Di un tempo.

 

CENTURIA LXXVII

Dell'ultimo Pietro e della rinnovata pietra

 

1) La chiesa dei padri è vaga memoria,

     perché nel tempo di Erulo cambia la storia.

2) Urbano, Leone, Clemente e Marino:

     la grande fiamma è un vago lumicino.

3) Nel doppio si chiude. E nel doppio qui crolla

     l'ultimo impero dell'agra zolla.

4) Al nuovo Mediano, di croce stellata

     subentra Simone, di nera vallata.

5) Simone a Levante, Simone a Ponente:

     qui ricompare l'antico serpente.

6) La croce è spezzata sul monte Quirino,

     ma il cuore ritorna a Beniamino.

7) In guerra di croce finisce la storia.

     E Beniamino raccoglie la storia.

8) Pace a Levante, in pietra lavata,

     la grande storia è già passata.

9) II nuovo Simone ritorna a pescare,

     mentre in Quirinia, per Giove è l'altare.

10) Dodici sono, in barca di noce,

      gli ultimi vivi del Golgota in croce.

11) Dodici sono in barca di luna,

       gli ultimi viri di lamina cuna.

12) Religio strappata. Di scienza regina,

       domina il mondo la grande officina.

13) Guerra e Gran Dama, peste e dolori,

       terra che trema nel tempo dei Mori.

14) Ma in giorno solare, dopo la notte fonda,

       ritorna pietra. Ma non è tonda.

15) Croce su croce, Santo su Santo:

       riprende il corteo. Ma diverso è il canto.

 

La chiesa tradizionale, "ricca di fede e di povertà" non è più che una "vaga memoria".

Un cambiamento è previsto "nel tempo di Erulo" (il riferimento, probabilmente è agli Eruli, il popolo di stirpe germanica che nel 267 devastò la Grecia e poi l'impero romano).

Dei pontefici non rimane che un pallido ricordo, perché la "grande fede" si è trasformata in un "vago lumicino".

Non è facile poter stabilire che cosa intende il veggente per "doppio" (forse, Mille e non più Mille?). E non è facile stabilire che cosa s'intende per "croce stellata". Potrebbe riguardare la "Croce di Roma", cioè la chiesa cattolica, che trasferisce la sua sede in Palestina (la stella di David).

Qui inizierebbe una nuova successione di pontefici. Simone, primo papa della rinnovata chiesa, regnerebbe a Gerusalemme. Mentre a Roma ricomparirebbe "l'antico serpente", il paganesimo, l'idolatria.

"Simone, di nera vallata" potrebbe riguardare un pontefice proveniente dalla foresta nera. Oppure, un cittadino africano.

La croce "spezzata" potrebbe poi indicare uno scisma. A Roma regnerebbe l'antipapa e a Gerusalemme il papa.

La figura di Beniamino ha certamente, nel contesto del messaggio, un valore significativo, soprattutto se si considera che Rachele morì nel darlo alla luce e che avrebbe dovuto chiamarsi "ben-onin", figlio del dolore. La "pace a Levante" potrebbe riferirsi al crollo dell'Unione Sovietica. Ma potrebbe anche riferirsi alla chiesa ortodossa, che scriverà in questo periodo una memorabile pagina di storia.

La storia si ripete. I "dodici" (discepoli) ritornano a pescare. E sono gli ultimi "vivi" (cristiani).

La religione "è strappata" (insultata, derisa, oltraggiata). Perché sul mondo domina la scienza.

Questo atteggiamento irresponsabile dell'uomo, riaprirà le porte alla "Gran Dama" (la morte).

Due sventure sono nell'aria: un disastrante terremoto (che colpirà Roma) e l'invasione dei Mori.

In questo tempo, Simone ritornerà a Roma. Ma tutto sarà diverso. "La pietra, dice il messaggio, non sarà più tonda". E il riferimento è al pontefice.

 

CENTURIA LXXVIII

Del Sinedrio giallo e dell 'ombra di Tito

 

1) Turpe verbum, vola nell'aria infuocata,

     mentre sangue lorda la gradinata.

2) Quirina sventura, dall'Eridia terra fuggita,

     or che radice vai più della vita.

3) Il vivo è smarrito, il campo è agitato:

     su tutto domina l'occhio piumato.

4) Lucifera luce, sull'Adriatica terra,

    dove la Popa agre acque rinserra.

5) Rovato di rovi, il rovo rovato:

     il Principe s'insedia sul friso prato.

6) Terrae motus factus est. In bianca

     terra,crolla la secolare panca.

7) Viro smarrito, di mitania schiavo,

     la gloria ha perso dell'antico avo.

8) È questo il tempo rovato,…………………..Continua