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"Chi" numero 48 - 29 Novembre 2000Nel 1454 vide i miracoli di FATIMA
La straordinaria scoperta di manoscritti che testimoniano le predizioni di una suora del convento fondato dalla Beata Margherita di Savoia, in cui si preannunciavano i messaggi rivelati dalla Madonna nel 1917, ma anche l’assassinio di re Umberto I nel 1900 e l’esilio di Umberto II nel 1946
RENZO ALLEGRI
ALBA (CUNEO)
- NOVEMBREPrima puntata e apparizioni di Fatima, di cui tanto si è parlato in questi ultimi anni, sono state a loro volta "predette" fin dal ‘400. Esistono dei documenti manoscritti antichi che parlano apertamente di quegli eventi futuri, indicando con precisione il messaggio che la Madonna avrebbe dato ai tre pastorelli portoghesi nel 1917.
La sconcertante notizia è apparsa recentemente nelle pagine di una rivista religiosa, che s’intitola
Il Cervo. Una pubblicazione che esce ogni due mesi ed è l’organo informativo ufficiale del monastero delle suore di clausura domenicane, fondato ad Alba, in provincia di Cuneo, dalla Beata Margherita di Savoia nel 1430. Siamo andati ad Alba per poter vedere quei misteriosi e importantissimi documenti e abbiamo scoperto una storia incredibile, che qui raccontiamo in esclusiva per i nostri lettori."Sapevamo che esistevano quei documenti, perché erano citati in diversi libri riguardanti la storia della nostra fondatrice e del nostro monastero", ci
ha detto suor Agostina, la madre priora del monastero di Alba. "Ma non sapevamo dove fossero finiti. Li ho trovati per caso, nell’agosto dello scorso anno. Li ho pubblicati nella nostra rivista, senza alcun commento. Non è nostro compito dare spiegazioni per cose tanto delicate, ma riteniamo che il loro valore storico sia grande e indiscutibile".Madre Agostina è stata molto gentile, ma nello stesso tempo assai riservata. I documenti che ha trovato sono diversi, redatti in tempi diversi, e sono complementari tra loro. Cioè ciascuno contiene parte di una narrazione complessa. Messi insieme, forniscono la trama di una vicenda dai risvolti impensabili, un giallo storico, con contorni drammatici e foschi, storicamente inediti, e pieno di riferimenti profetici, nel senso che la protagonista indica fatti che si sarebbero realizzati cinque secoli dopo, e tra essi anche le apparizioni di Fatima.
L’evento che sta all’origine di questi documenti risale al 1454. Si verificò all’interno del monastero delle suore di clausura domenicane. Quel monastero era stato fondato dalla Beata Margherita di Savoia, una delle figure più eccelse dì quel secolo. Figlia del principe Amedeo Savoia-Acaia e della contessa Caterina di Ginevra, era nata a Pinerolo il 4 giugno 1390. A 12 anni era già una ragazza bellissima e, per ragioni di Stato, dovette andare sposa a Teodoro lI Paleologo, re di Tessaglia, re di Maiorca, marchese di Monferrato, doge di Genova, vicario imperiale di Lombardia. Uomo d’armi, giostratore eccellente, politico accorto, aveva 26 anni più di Margherita. Era stato sposato con Giovanna di Bar, dalla quale aveva avuto due figli.
Nel 1418 Teodoro morì e Margherita prese il suo posto nel governo del marchesato. Aveva 28 anni e le cronache del tempo dicono che era di una bellezza unica. Per questo diversi principi e regnanti chiesero la sua mano. Tra essi il più insistente era Filippo Maria Visconti, duca di Milano. Ma Margherita rifiutò tutti. Aveva deciso di diventare monaca nell’ordine di San Domenico. Quando poté lasciare il marchesato, si ritirò ad Alba, dove iniziò una vita di preghiera e di penitenza e intorno al 1430 fondò un monastero di clausura, diventandone la madre abbadessa.
Ad Alba esisteva già un altro monastero di clausura, quello di Santa Caterina da Siena. In esso viveva una suora molto anziana, madre Filippina de’ Storgi, che aveva fama di santità. Margherita di Savoia pensò di prenderla come guida spirituale per le proprie suore. Ma per uscire da un monastero di clausura, e sia pure per entrare subito in un altro, occorreva il permesso scritto del Papa in persona. Margherita di Savoia si rivolse al Papa, che era Nicolò V, il quale, in data 16 gennaio 1448, inviò un rescritto dando il permesso. Tra i vari documenti antichi conservati nell’archivio del monastero di Alba c’è anche quel rescritto, che diventa ora una tessera importante per la storia che stiamo raccontando. Madre Filippina era veramente una santa. Aveva visioni celesti, doni carismatici, estasi. Sotto la sua guida, le suore della comunità di Margherita di Savoia raggiunsero straordinari gradi di perfezione. Tutta la cittadina di Alba aveva grande stima di loro.
Nel 1454 madre Filippina, ormai vecchia, si ammalò. La sera del 16 ottobre di quell’anno era in agonia. Intorno a lei si radunarono le consorelle, con la madre abbadessa, Margherita di Savoia, il cappellano del monastero, padre Bellini, che portò alla morente l’Eucarestia. E mentre la comunità pregava per la moribonda, si verificò il fatto eccezionale di cui parlano i documenti che pubblichiamo in queste pagine.
Dopo avere ricevuto la comunione, madre Filippina andò in estasi. Le suore che le erano accanto si resero conto che essa stava conversando con entità celesti che loro non vedevano. Capirono però che tra le varie presenze c’erano la Madonna, Santa Caterina da Siena, San Domenico, il Beato Umberto di Savoia, l’abate Guglielmo di Savoia. Con essi madre Filippina parlava di eventi che riguardavano la famiglia di Margherita, cioè casa Savoia. Eventi belli e anche brutti. Alcuni legati alla devozione della Madonna, vanto di Casa Savoia. Uno dei celesti interlocutori, come si legge nei documenti ora ritrovati, ricordò alla veggente che Màfalda di Savoia, figlia di Amedeo III, vissuta nel 1100, era andata sposa ad Alfonso Henriquez, primo re del Portogallo, ed era diventata la prima regina del Portogallo. Da regina, volle erigere una chiesa in onore della Madonna "in un paese che si chiama Fatima". E il misterioso interlocutore celeste disse a madre Filippina che, in quel luogo "un giorno la Madonna parlerà di avvenimenti futuri molto gravi, perché Satanasso farà una guerra terribile, ma perderà, perché la Vergine Santissima Madre di Dio e del Santissimo Rosario di Fatima, più forte di ogni esercito schierato in battaglia, lo vincerà per sempre".
E chiaro, in questo passo, il riferimento alle apparizioni della Madonna di Fatima. Ma in un altro documento, sempre tra quelli ora ritrovati e che riportano quanto accadde nel monastero di Alba la sera di quel 16 ottobre 1454, l’accenno alle future apparizioni di Fatima è molto più esplicito. Madre Filippina, in estasi, disse che "in un tempo non precisato di terribili guerre" sarebbe arrivato "un certo mostro d’Oriente, tribolazione dell’Umanità, ma sarebbe stato ucciso dalla Madonna del Santo Rosario di Fatima, se tutti gli uomini l’avessero invocata con penitenza grande". Questo passo riferisce l’essenza del messaggio di Fatima. Il "mostro d’Oriente, tribolazione dell’umanità" altro non sarebbe che il comunismo ateo, nato in Russia, ma diffusosi poi in tutto il mondo, del quale parlò apertamente la Vergine ai tre veggenti di Fatima, chiedendo "preghiere e penitenza" a tutti per poter fermare i danni gravissimi che "quel mostro" avrebbe provocato nel mondo.
Che queste "profezie", fatte nel 1454, riguardino eventi del nostro tempo, e non di altra epoca, è confermato da altri particolari riferiti negli stessi documenti e legati alle vicende di Casa Savoia. Continuando nella sua visione profetica, suor Filippina cominciò a raccontare eventi futuri, che sarebbero accaduti in secoli lontani. Disse di vedere "un re che porta il nome di Umberto, che tutti chiamano il "Re buono", ma che viene ucciso nella città della regina Teodolinda. In quella città dove si conserva la Corona di ferro, fatta con un chiodo del Calvario". Poi vede "un secondo re Umberto, che regna per poco tempo e se ne va in esilio per evitare spargimento di sangue. Va in esilio in Lusitania (cioè in Portogallo) sull’ oceano, sulla costa del Sole". Lo vede anche in pellegrinaggio a Fatima e dice che a Fatima non c’è più la piccola chiesa fatta costruire da Mafalda di Savoia, quando era regina del Portogallo. Quella chiesetta è stata sostituita da una grande chiesa, con "dentro e fuori molta gente; parlano tutte le lingue. Umberto è tutto vestito di nero, non per il trono perduto, ma per l’assassinio della sua cara sorella Mafalda prigioniera di guerra tra i germanici".
L’assassinio di re Umberto a Monza, il grande Santuario di Fatima che ha sostituito la chiesetta costruita dalla regina del Portogallo, l’esilio di Umberto Il in Portogallo e il lutto che porta per la sorella Mafalda sono indiscutibili fatti del nostro secolo e indicano che quelle lontane "profezie" si riferivano proprio a eventi del nostro tempo.
Come ho detto, la visione di suor Filippina de’ Storgi ebbe luogo nel monastero delle suore domenicane di Alba, la sera del 16 ottobre 1454. Ma i documenti che la raccontano sono assai più recenti. Uno è del 1640, un secondo è del 1655, mentre un terzo risale al 1856. Non perdono certo il loro sconcertante valore "profetico", in quanto riferiscono fatti che accadranno molti anni dopo, ma viene spontaneo chiederci come mai furono scritti in un tempo così lontano da quando quella visione si verificò.
Ed ecco che qui si apre un nuovo capitolo di questa incredibile storia, che spiega anche perché i documenti che la raccontano sono del ‘600. Un capitolo che riguarda una drammatica vicenda di Casa Savoia: l’orribile assassinio del conte Filippo II, zio della Beata Margherita di Savoia, compiuto dalla matrigna. E una vicenda tenuta sempre nascosta, ma che ora viene completamente svelata. Questi documenti non solo raccontano quel delitto e i suoi retroscena, ma rivelano anche come Filippo Il, che per la storia morì assassinato nel 1368, in realtà fu miracolosamente salvato dal Beato Umberto di Savoia, suo antenato, di cui egli era molto devoto. E visse poi fino al 1418, errando, sotto falso nome, per l’Europa e sostando anche a lungo a Fatima, presso la chiesetta fatta costruire dalla sua antenata, la regina Mafalda. Ma questa è un’altra incredibile storia, che racconteremo nel prossimo numero.
Renzo Allegri
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- continua