Tratto da: Le Grandi Profezie 

Autore Franco Cuomo

 

Newton & Compton Editori

 

L'ultimo Papa 

 

Coliseus stabit et Roma.

Quando cadet Coliseum, cadet et Roma.

Quando cadet Roma, cadet  et  mundus.

 

" Il Colosseo resisterà e anche Roma.

 Quando cadrà il Colosseo cadrà anche Roma.

 Quando cadrà Roma, cadrà anche il mondo."

 

 

 

106. Pastor angelicus (Pastore angelico). Pio XII (1939-1958) fu il pastore che angelicamente condivise le sofferenze del suo gregge nella tempe­sta della seconda guerra mondiale. L'interpretazione appare generica e sbiadita. Acquista però una maggiore consistenza se riferita alle perse­cuzioni subite dal clero nei paesi comunisti (anche a livello di alte gerarchie, come nel caso del cardinale Mindszenty). Sotto questo aspet­to la profezia trova riscontro in quella di Fatima, che preannuncia un'e­catombe per la quale «il Santo Padre avrà molto da soffrire». Parla di «regno umano dell'Angelico genitore» anche Nostradamus (nella X Centuria, quartina 42)3 alludendo in tal modo a un papa che cerca di sal­vaguardare unione e pace nell'infuriare di una guerra esplosa a metà del suo pontificato («nel mezzo della sua clausura»), come fu in effetti per Pio XII.

3 Le regne humain d'Angelique geniture,lfera son regne paix union tenir, l captive guerre demy de sa closture, / long temps la paix leur fera maintenir (Nostradamus, x, 42).

 

107. Pastor et nauta (Pastore e navigante). Giovanni XXIII (1958-1963) fu patriarca di Venezia ed ebbe sul proprio emblema una barca con la vela spiegata. Aprì la consuetudine dei lunghi viaggi pastorali.

 

108. Flos florum (Fiore dei fiori). Paolo VI (1963-1978) aveva dei fiordalisi nel suo stemma gentilizio. La sentenza rientra tra quelle di citazione araldica, le più ricorrenti nell'oracolo di Malachia, ma può anche rife­rirsi all' estrema gentilezza d'animo di papa Montini.

 

109. De medietate lume (A metà di una luna). Giovanni Paolo I (1978) fu pontefice per  trentatre giorni. Morì alla metà del mese lunare.

 

110. De labore solis (La fatica del sole). Giovanni Paolo II, pontefice dal 1978, è contrassegnato da un motto che, interpretato letteralmente, potrebbe riferirsi alla ricerca per lo sfruttamento di nuove fonti ener­getiche, tipica del nostro tempo, della quale sono emblematicamente rappresentativi i risultati raggiunti in materia di energia solare. Ma il termine lavoro, nell'accezione latina, significa anche travaglio o sof­ferenza. Può dunque intendersi la profezia come sottolineatura del generale malessere che affligge l'umanità, con particolare riguardo a quelle piaghe planetarie - fame, tensioni, violazione dei più elementa­ri diritti umani - che sono oggi alla luce del sole, anche per l'esten­sione capillare della grande comunicazione. C'è infine da tenere conto della grande stanchezza di questo papa itinerante, sempre in giro per il mondo nonostante l'età e i postumi di una ferita dolorosa, che può fornire ulteriori chiavi di lettura per una comprensione profonda del­l'immagine proposta.

 

111. De gloria olivae (La gloria dell'olivo). Il motto parrebbe preconizzare un momento di pace, ma anche  come frequentemente accade nelle sentenze di Malachia - l'ascesa di una persona collegata in qualche modo, per ragioni araldiche o di altra natura, al simbolo dell'olivo. Potrebbe in tal senso interpretarsi come l'avvento definitivo nella città di Roma - i cui destini sono scaramanticamente legati, come si è detto, a quelli del papato - di una forza che si esprime nel segno dell'olivo. Potrebbe più verosimilmente riferirsi a Gerusalemme, preconizzando l'esito felice del processo di pace tra palestinesi e israeliani. Potrebbe anche significare un decisivo evolversi dell'ecumenismo cristiano. Letta comunque in superficie, per la valenza pacifica dell'immagine su cui si fonda, la profezia si direbbe di buon auspicio. Appare però sini­stro il seguito, che ripropone tradizionali scenari apocalittici. La gloria dell'olivo sarebbe dunque effimera, se si considera ciò che l'oracolo prevede per gli anni immediatamente successivi.

 

112. Petrus romanus. A differenza delle altre sentenze, questa che riguarda l'ultimo papa è accompagnata da una nota esplicativa. Vi si legge che il secondo Pietro regnerà nel momento di «estrema persecuzione della Santa Romana Chiesa», pascolando le sue pecore «tra molte tri­bolazioni, al termine delle quali la città dei sette colli sarà distrutta e il Giudice tremendo giudicherà il suo popolo».4 Tutto questo dovreb­be accadere intorno al Duemila. Si ha l'impressione che il motto voglia contraddistinguere, più che una persona fisica, una situazione storica.

4"In persecutione extrema Sanctae Romanae Ecclesiae sedebit Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus, quibus transactis, civitas septicolis diruetur et Iudex tremendus iudicabit populum suum. Amen.

 

Il «legno della vita»

Ci sono buone ragioni per ritenere apócrife le profezie di Malachia. E tale è il parere della Chiesa, sorretto dalle argomentazioni dei padri bollandisti, così chiamati dal nome del gesuita belga Jean Bolland, fondatore nel 1643 di una nuova storiografia ecclesiastica, tendente a inquadrare le vite dei santi e ogni altro argomento d'interesse agio­grafico in un'ottica scientifica.

Appare sospetto in primo luogo il fatto che se ne sia cominciato a parlare soltanto nel 1590 (a 442 anni dalla morte del presunto autore) e nel corso di un conclave, con l'evidente finalità di influenzarne l'e­sito.

Non dirada tali perplessità la pubblicazione, avvenuta nel 1595 a cura di un monaco benedettino di origine fiamminga, tale Arnold de Wion, nato a Douai, che trascrisse le sentenze in un'opera dedicata a Filippo II di Spagna dal titolo Lignum Vitae, ornamentum et decus Ecclesiae (cioè Il Legno della vita, ornamento e decoro della Chiesa) senza fornire adeguate indicazioni sul modo in cui ne sarebbe venuto in possesso.

La denominazione del volume ha una forte valenza esoterica, oltre che religiosa, poiché il Legno della vita nella simbologia cristiana indica la croce, ma in senso più ermetico può intendersi come Bosco dell'esistenza. In tale cornice l'autore inserisce senza un'apparente ragione, accanto alle vite dei benedettini illustri, quella che chiama «una certa profezia sui sommi pontefici», asserendo di essersi deciso a divulgarla «poiché è corta, non è mai stata stampata e molti deside­rano conoscerla».

È certamente strano, come rilevarono i bollandisti, che all'oracolo non abbia fatto cenno alcun contemporaneo di Malachia, che pure godeva di notevole fama nella cristianità in quanto primate d'Irlanda, ma è addirittura sconcertante che non ne parli neppure Bernardo di Chiaravalle, tra le cui braccia spirò il veggente, suo confratello nel­l'ordine cistercense. Tanto più che Bernardo scrisse un'appassionata biografia di Malachia, riportando altre sue profezie, che certo ebbero il loro peso nella causa di canonizzazione, indetta nel 1190 da Cle­mente III, il papa indicato come colui che «esce dalla scuola».

Un altro argomento addotto dai bollandisti contro l'originalità del testo è la confusione che fa l'autore tra papi e antipapi, senz'ombra di discrimine. Ma si potrebbe controbattere a questo rilievo che la con­fusione sulle lacerazioni scismatiche fu tale nella Chiesa da trarre spesso in inganno i suoi più devoti servitori. Così come ci si potrebbe domandare se le profezie non siano state tenute segrete dai loro depo­sitari, nell'ordine cistercense o nelle gerarchie pontificie, per evitare che interferissero nella libera elezione dei papi; almeno fino a quan­do, per essere state rese note dal Wion, una simile esigenza venne meno.

In definitiva, le opinioni espresse nei secoli sulle profezie di Ma­lachia furono molteplici e discordi. Tra i primi a negarne l'autenti­cità, dopo la divulgazione da parte del Wion, fu il sacerdote Francois Carrière con una sua Storia cronologica dei pontefici romani e preco­gnizione di quelli futuri secondo san Malachia (Lugduni, 1602). Gli si opposero Gabriele Buccellino con un'ampia trattazione nel suo Nucleo storico universale (Ulm, 1659) e Pietro Graffio con una pon­derosa Disputa storica sulla successione dei pontefici romani (Marburg, 1677). Nel 1689, a meno di un secolo dalla pubblicazione del Lignum di Wion, si contavano almeno dieci edizioni diverse del­l'oracolo, contro il quale si scagliarono con particolare fervore, a questo punto, i bollandisti, propugnatori di verità fondate su basi razionali e comprovabili certezze. Si fece portavoce di questa pole­mica, in specie, il gesuita Claude-Francois Menestrier, con un trattato denominato Filosofia delle immagini enigmistiche (Lione, 1694), nel quale confuta «stravaganze, anacronismi e falsità palesi delle sedi­centi predizioni di San Malachia, fondate per la maggior parte su dei nomi presunti e dei blasoni all'epoca quasi del tutto sconosciuti».

Sono questi i presupposti dialettici di una disputa che nemmeno l'il­luminismo è riuscito a soffocare e che dura tuttora, contrapponendo le ansie escatologiche di quanti attribuiscono alle discusse predizioni di Malachia una credibilità apocalittica - nel senso lessicale di rivela­zione oltre che di funesto presagio - e quanti invece le collocano tra le curiosità divinatorie di fine millennio. Non esistono possibili punti d'incontro tra le due posizioni. Gli uni escludono che la provvidenza possa dare ragione alla «burla di un cardinale umanista e letterato che aveva del tempo da ammazzare durante un conclave». Gli altri rispondono citando l'apostolo Paolo: «Non spegnete lo spirito. Non disprezzate le profezie».

 

 

 

 

Tratto da: Renucio Boscolo

GLI ANNI FUTURI

Secondo le profezie di NOSTRADAMUS

Editrice MEB finito di stampare nel 1976

 

 

11-53 Molti moriranno prima che la Fenice muoia

          Sino a S. IX Cento e Settanta è la sua dimora (Dem-Eure)

          Passato Quindici (XV) anni, vent'uno (XXI) e trenta-nove (XXXIX)

 

          II Primo è soggetto alla malatti

          II Secondo al Ferro (guerra) e Pericolo di vita

          AI Fuoco e l'acqua è soggetto Trenta-Nove.

 

Questa sestina che appare problematica rileva l'esatta epoca a cui si riferiscono gli eventi, considerando la datazione Secolo Nove-Cento (1900) e Settanta (1970).

Partendo dagli inizi del secolo, vi è l'avviso che molti capi o genti, una moltitudine morirà prima che la Fenice muoia.

Al mítico uccello che rinasce dalle sue ceneri si collega l'esistenza nella regione dell'Oriente della Fenicia, tra la Pale­stina e la Siria. Questa regione è oggi chiamata anche Libano che è teatro da oltre mezzo secolo di guerre civili tra fazioni filo-occidentali e filo-arabe.

Dagli inizi del secolo, per il crollo dell'Impero Ottomano e quindi la nascita di diversi stati arabi e del ritorno degli Ebrei in Palestina, rinascendo come la Fenice dalle ceneri dei forni crematori e dall'arido deserto.

La datazione della sestina, come altre corrisponde al computo ebraico del (5)670 equivalente all'anno 1910, inizio del crollo dell'Impero Ottomano con il divampare delle ostilità in Oriente e delle divisioni che tuttora continuano.

Il Tempo della morte della Fenicia, del Libano matura ora (1970) inevitabilmente con un seguito di stragi e di massacri che dividono « dimezzano » il paese tra filo-occidentali (Eure) e islamici. La scomparsa di questo stato, sarà motivo allarmante di un più pericoloso conflitto in Medio-Oriente.

Ora, riepilogando dall'anno 1910 regnante Pio X, avviene una precisa successione dei Pontificati: Pio X che muore alle soglie della Grande guerra per una grave malattia (1914); al­l'anno 1915 il nuovo successore Benedetto che è anche XV e regnerà sino all'anno 1922. Ma non diversamente si può inten­dere « Passato XV all'anno 21 (22) ». Una lieve tolleranza con il Pontefice sotto il quale si è soggetti alla Guerra e al Pericolo di vita con il successore di Pio XI (1922-1939) che lanciò i suoi anatemi contro il Comunismo e il Nazismo, nei tempi pericolosi delle persecuzioni politiche e delle bande armate. Poi alle soglie dell'anno '39 di fronte al fuoco di un nuovo conflitto e alle marce degli eserciti invasori sotto il pontificato di Pio XII (1939­-1958) il forte Pastore, che guidò la tremante navicella di Pietro oltre i terribili anni del secondo conflitto, e nella nuova era di Pace (10.42) oltre gli anni cinquanta.

E in questo periodo di Pace Occidentale: « Cinque-Sei (se­sto) dal Quindici, tardi e tosto perdura. L'Araldo della Pace 20 e 3 ritorna ».

Dopo la data dell'inizio del conflitto bellico appaiono una serie di numeri che possono indicare la durata del conflitto « cinque-sei » che ci indica all'incirca sempre l'anno 1945, come tempo di Pace dopo il 1915 (Primo conflitto). Ed è negli anni « cinque-sei » 1956 (circa) che termina un'altro pontificato, quello di Pio XII (nel 1958) « Otto, quindici, e cinque quale illegalità ». Inizio di un nuovo periodo, di una grande confu­sione delle coscienze e di illegalità, mentre appare « l'Araldo della Pace XXIII » Giovanni XXIII l'autore del messaggio al mondo « Pace in Terra ». Ed è per altra analogia anche il Quinto Pontefice dopo Pio X.

E le cifre dei presagi numero 7-9 corrispondono anche agli anni del pontificato, e 20 e 3 = 20 X 3 = 60, agli anni 1960. Inoltre « Cinque e sei », dopo Pio X (1) Benedetto XV (2) Pio XI ( 3 ) Pio XII (4) Giovanni XXIII (5) ed infine Paolo che ha assunto la denominazione di Sesto, ma è anche sesto nella serie qui indicata, dis (10) sesto ovvero contestazione, xisma.

Vi è ancora un'altra corrispondenza numerica ottenuta dalla somma dei numeri della sestina « Passato 15, 21, 39 » = 75. Dall'anno 1975 al 7-9 (numero dei presagi) giungiamo alle so­glie del 1980. Ma ancora più precisi se il numero '39 lo acco­stiamo alla datazione ebraica, utile in questa sestina per individuare con precisione il tempo, ora noi siamo nell'anno (5M) 736 = 1976 per cui '39 = 1979 riportandoci alle date prece­dentemente calcolate e verificate. Per un'altra coincidenza potrebbe essere un anno funesto come il 1939, in quanto 1910 (prima data) + 15 -I- 21 -I- 39 = 1985.

 

6.29 La Vedova Santa intendendo le notizie

        Dei suoi Rami messi in perplessità e agitazione

        Chi sarà (con) Dotto (d'otto) ad appacificare le dispute

        Per l'intervento dei Serazzains sarà impegnato.

 

E senza alcuna contraddizione le quartine specificano il dopo Paolo VI, quando appunto la Chiesa, ormai Vedova Santa dovrà subire la grande agitazione dei suoi aderenti messi nella più oscura perplessità, e indecisione. Colui che sarà incaricato di cercare una risoluzione alle Dispute con Sapienza, il Dotto, dottore della Chiesa sarà così impegnato alla ricerca di una so­luzione negli anni ottanta (o 78) per il popolo dei Seraz, i Palestinesi.  A questo punto sarà già iniziata la serie di eventi numerati con la successione 605, 606, 607 e tutti conosceranno le date future senza nulla di superfluo.

 

11-14 AI Grande Seggio ancora Grandi sforzi (eccidi)

          Ricominciando più che giammai

          S. IX CENTO e Cinque sopra la verdura

          La Presa e ripresa (città) sarà

          I soldati nei campi sinché freddo dura

         Poi appresso ricomincerà tutto (nuovamente) .

 

I mutamenti improvvisi si abbattono sulla Chiesa e al Grande Seggio pontificale.

Al Seggio politico della Capitale Romana, la violenza e gli scandali ricominciano più che mai, come descrivono le quartine in seguito. Gli armati nei campi guerreggiano lungamente, mentre la città subisce continui assalti e dalle forze insediate all'interno. La lunga lotta portata all'ostinazione (sin che freddo dura) sarà un evento lampante che permetterà di osservare una cronologia di fatti, databili da ognuno partendo sempre dall'anno 1979 ed oltre che il veggente specifica esserci già in atto la grande armata della pugna civile.

Vedi 1.12; 8,33; 4.78.

 

1-8 Come bene di volte presa la Città Solare

      Saran mutante le Leggi in Barbare e Vane

      Il tuo male si avvicina, più sarai Tributaria

      Il Grande d'Adria ricoprirà le tue follie (terrori).

Roma l'antica città Solare travagliata dalle fazioni, è più volte teatro di scontri.

I mutamenti al vertice del potere, apriranno la via al Grande Cambio o Svolta politica, con leggi Barbare: straniere e vane per gli interessi della nazione.

Il male morale e civile ineluttabile porterà al lungo con­flitto che dividerà in due parti la nazione.

L'Italia sarà sommersa dai debiti e perciò tributaria all'este­ro. Un Capo dell'Opposizione, il Grande d'Adria, riuscirà poi a ricoprire le follie compiute, vincendo i suoi avversari politici e governando parte dell'Italia Settentrionale.

Il crescere delle ostilità politiche con il « Canto del Gallo » e l'elevarsi della Falce Comunista al Potere, perpetreranno il Grande Male contro la libertà e la Chiesa, sino alla venuta del Grande d'Adria o « Grande Cane » il Veltro Dantesco, che come un Grosso Mastino si eleverà vendicatore, obbligando il popolo ad andare diritto e battere la parte sinistra per tornare alla destra.

In sintesi qui vengono espresse le tematiche comuni a tutte le lotte politiche, vengono indicate in ulteriori quartine le forze del Gallo, e Sinistre avversarie dell'Aquila e del Grande d'Adria o destre.

 

Tratto da: Renucio Boscolo

GLI ANNI FUTURI

Secondo le profezie di NOSTRADAMUS

Editrice MEB finito di stampare nel 1976

 

 

11-8 Un pò prima dell'iniziato commercio

         L'ambasciatore di Persia verrà

         Al Franco paese notizia portare

         Ma non ricevuto, la Vana speranza   

         Al suo Grande Dio sarà l'offesa

         Fingendo di volerlo aiutare

 

II Capo di Persia, dopo l'iniziato commercio con la sua imponente flotta invierà all'occidente il suo Ambasciatore, per far presente le precarie situazioni e le pericolose aspettative in cui si trova.

Per non facilitare azioni di pressione politica e di ricatto Arabo, l'Europa farà orecchie da mercante, abbandonando lo Scià alla sua sorte.

Il mancato aiuto, la vana speranza riposta in Occidente, sarà una offesa che non sarà perdonata facilmente, venendo meno agli impegni e alla fede promessa, anche se si fingerà di volerlo aiutare. I rigurgiti rivoluzionari in Persia, finiranno poi con sviluppare un lungo conflitto intestino, immischiando altri paesi limitrofi, per rivalità economiche e ideologiche. (Conflitto Mesopotamico).

L'opera delle Centurie contiene un'altra quartina utile a chiarire le successioni pontificali.

 

5-92 Dopo il Seggio tenuto diciassette anni

        Cinque cambieranno in tale revolto termine

        Poi sarà l'Uno Eletto di medesimo tempo

        Chi dei Romani non sarà troppo conforme.

 

Il Pontificato di Pio XI durato esattamente 17 anni (1922-39), cinque pontefici dopo dovranno susseguirsi sul seggio pon­tificale nel limite di tempo indicato « re volto » ciclico.

Il successore Pio XII che supera questo termine di tempo regnando dal 1939 al 1958 circa 19 anni. Il successore secondo Giovanni XXIII, per soli cinque anni, e l'attuale pontefice Pao­lo VI chiuderà il ciclo dei circa 17 anni regnando quindi per tre lustri, non superando l'anno 1979. Il seguente pontefice (quarto) e poi il Quinto termineranno questo periodo, mentre poi sarà Eletto contemporaneamente l'Uno che non sarà conforme alla Tradizione.

Le quartine riferite a questi pontificati, annunciano seggi di breve durata, poco ben tenuti, nella confusione futura.

Vengono vaticinati durate di quattro anni. E per il Quinto della serie si specifica che « Al nome Settimo il Quinto sarà » (2.88). Porterà il nome di uno dei Primi Papi? del Settimo sembra qui alludere.

Ma oltre ai due pontefici successivi è evidente l'elezione dì un Vicario al Seggio di Pietro, mentre vi saranno altri ad occuparlo. Allusione quindi allo Scisma o ad una Seduzione Apo­stolica nei decenni fine secolo.

Le profezie di Malachia, prese solo come indicazione, alludono sia a due altri Papi quali « De Labore Solis » e il « De Gloria Olivae » tra cui fa spicco il Prossimo « De Meditate Lunae » che sempre nella storia delle profezie ha annunciato scismi e antipapi.

« Dalla riflessione della Luna », dalla Mezza-Luna dalla terra Araba, saliranno contro l'Occidente Cristiano, gli Avversari del Grande Crescente Lunare Islamico, sino alla città Eterna, come i vaticini quanto mai numerosi avvertono.

Dall'Oriente la minaccia verrà a battere sino a Roma, mentre il Gallo canterà, annuncerà un nuovo tradimento, come Pietro per primo fece disconoscendo il suo Maestro.

E un Eletto al Seggio, un Cardinale Francese non sarà rico­nosciuto, separando la Chiesa Francese. E da queste prime divisioni che la faziosità invece di ridursi crescerà indebolendo la Chiesa che finirà cori l'essere « conculcata dagli Infedeli ».

I Pontificati non terminano, le difficoltà della Chiesa e le traversie per i futuri Vicari della Cappa, numerose, come alla voce di Malachia sull'avvento del Petrus Secundus e finale per­secuzione anticristiana, ma ci soffermiamo prima sulla quartina:

 

8-69 Appresso del Giovane, il Vecchio ANGE bassare (Basso) (allo stato inferiore)

        E lo verrà surmontare alla Fine

        Dieci anni uguali ai più vecchi ribassare (ridurre)

        Di Tre, Due, l'Uno Ottavo Serafino.

 

1-25 Perduto, trovato, nascosto per si lungo

        tempo Sarà il Pastore metà Dio onorato

        Così che la Luna, termini il suo Grande Secolo

        Per altri Venti sarà umiliato.

 

Dopo la venuta del Giovane Pontefice dalla Finta Santità e Seduzione Mistica che metterà in triste rango il Vecchio Messaggero, passeranno i foschi anni di separazione tra la Chiesa d'Occidente e quella Germanica. Contro i sostenitori delle vecchie tradizioni si abbatterà la furia del nemico Eretico. Passati quasi dieci anni, coloro che sono stati ugualmente così perseguitati, abbassati e esiliati, ritorneranno dietro al Venerando Vecchio ripristinato nelle sue funzioni.

Tra i Tre Capi delle Chiese, separate solo due saranno i leggittimi, di cui Uno sarà l'Ottavo (della serie) Serafino, angelico pastore dei credenti.

Così che terminata sia l'epoca della Luna del Crescente Lunare, dell'esaltazione Islamica, il Pastore creduto perduto, e trovato nascosto da così lunghi anni per sfuggire alle rappresaglie, sarà quasi come un essere Divino onorato.

E le forze dell'Occidente sferreranno poi l'assalto contro coloro che in altri Venti della terra, avevano finora respinto ed umiliato il Venerando Pastore.

 

8-71 Crederà un numero così grande di Astronomi

        Cacciati, banditi, libri censurati

        L'anno M.S.IX Cento e Sette per Sacro Giorno

        Che nulla ai Sacri ne saranno assicurati.

 

L'aumento di avvistamenti e segni nei cieli farà crescere tra gli Astronomi la convinzione e la prova che si attendeva. Ma i numerosi libri in materia, saranno disprezzati e rifiutati, e diversi eventi avvenuti non saranno diffusi, ma censurati.

La Sacra Assemblea investita dell'argomento per nulla vorrà prendere posizione e sostenere le spiegazioni degli astronomi.

 

4-18 Di più scritti riguardo ai Fatti Celesti

        Saranno dai Principi Ignoranti riprovati

        Puniti d'editto, cacciati come non celesti

        E messi a morte là ove saranno trovati.

 

La forte incredulità e la menzognera posizione sostenuta dai dirigenti ignoranti, si tramuterà addirittura in persecuzione politica ed ideologica contro i testimoni dei fatti Celesti.

La proibizione di diffondere simili notizie, le punizioni sino a colpire a morte chiunque ne parli, diverrà comune. E si cercherà di spiegare, con ingannevoli argomentazioni, questi fatti come non celesti, ma naturali.

 

1-91 Gli Dei faranno agli Umani apparizione

         A coloro che saranno autori di Grande Conflitto

         Avanti il cielo visto sereno, spada e lancia

         Che verso Mano Sinistra sarà il più Grande Afflitto.

 

Il profeta diventa sempre più preciso, gli Dei, le intelligenze celesti o coloro che dimorano nei cieli (gli abitanti dei Cieli, nell'Apoc.) verranno a manifestarsi agli Umani (alla razza Umana, che può avere altri parenti in altri mondi).

Ma dato che si cercherà di negare e censurare l'avvenimento, in grado di rivoluzionare le coscienze, l'intervento extraterrestre non fermerà il conflitto, non eviterà che l'Uomo di questo pianeta inizi la sua autodistruzione, per colpa appunto di coloro che solo con la guerra e la distruzione, vogliono dominare il mondo.

Nei cieli sereni del mondo, avanti il conflitto, si avranno diversi e spettacolari avvistamenti di corpi immensi a forma di fusi e lance.

Ed iniziato il conflitto per la parte sinistra, nella regione del Mano o Capo della Sinistra, vi sarà la più grande Afflizione, lo sconvolgimento prodotto dalle armi e lo squilibrio naturale.