R. BASCHERA - Armenia

 

Le rivelazioni di Gesù al pontefice sul futuro dell'umanità

 

LE PROFEZIE DI PIO XII

 

 

Il tempo della ricostruzione 2°

 

 

Finiranno per distruggere il paradiso del cuore

«II paradiso costruito sul benessere economico... sul consumismo, è una ubriacatura dei sensi...».

 

«Il regno di Dio è dentro di voi». Questo versetto (17-21) del Vangelo di Luca lo troviamo in diversi messaggi di Pio XII.

«Possiamo già avere un paradiso in terra, nei nostri cuori», disse un giorno il Pontefice «anche se attorno a noi si scatena l'inferno...».

E ancora: «Imparate a vivere in semplicità, non lasciatevi trascinare dalle vaghe illusioni, che finiranno per distruggere il paradiso del cuore...».

«Un paradiso che non può essere sostituito dal benessere materiale, perché solamente il cuore riesce a creare una dimensione di vita che fa sentire l'uomo più vicino al cielo... fa sentire l'uomo in perfetta armonia col creato».

«Il paradiso costruito sul benessere economico può dare una sensazione di gioia... ma è solamente un'ubriacatura dei sensi che, quando finisce, pone l'uomo dinanzi alla tragica realtà di una vita, che diventa inferno».

Questo paradiso tiene conto solamente della carne, della temporaneità.

È interessante ricordare a questo proposito il grido di un veggente del XVII secolo, fratel Giovanni di Pisa: «Nel tempo in cui gli uomini voleranno e voleranno le immagini, guardatevi dai falsi paradisi... Perché saranno trappole costruite dall'uomo, che finiranno per imprigionare l'uomo... Saranno paradisi per coloro che hanno la vista corta...».

Quanto durerà ancora il «paradiso del benessere»? È una domanda che gli uomini dovrebbero iniziare a considerare.

Ma dovrebbero soprattutto considerare la possibilità di ritrovare «il regno di Dio», soffocato da mille lusinghe e da mille illusioni.

Come aveva profetizzato Pio XII.

 

È una Costituzione che non diventerà longeva

«Di cristiano ha solamente l'involucro... ».

 

Nel 1943 un gruppo di laureati cattolici elaborava a Camaldoli un codice di etica sociale ispirato al messaggio evangelico che, in un secondo tempo, verrà considerato dai «padri della Costituzione».

I primi appunti di questo codice etico d'ispirazione evangelica vennero sottoposti al Pontefice, il quale fece un commento molto significativo: «L'amore per il prossimo e la giustizia devono essere i cardini di una Costituzione degna di essere ispirata ai principi cristiani...».

E quando, quattro anni dopo, la Costituzione venne approvata, alcuni giornali attribuirono a Pio XII un giudizio che provocò alcune polemiche: «Di cristiano ha solamente l'involucro...».

Sull'onda di questo giudizio, scaturì un vaticinio, sempre attribuito a Pio XII: «È una Carta Costituzionale che non diventerà longeva... cinquant'anni, un po' meno o un po' più».

Quarantanove anni dopo — la Costituzione è stata approvata il 27 dicembre 1947 — s'inizia a parlare di un nuova Costituente, perché la Costituzione «non corrisponde più alle esigenze politiche del nostro tempo».

Sono parole che farebbero rabbrividire l'onorevole Terracini, già presidente dell'Assemblea Costituente, il quale, in una intervista del 1947 dichiarava che: «La nuova Costituzione è quanto di meglio possa essere dato a un popolo civile, moderno e democratico... È una Costituzione che coinvolgerà certamente più generazioni».

Pio XII non era dello stesso parere, perché sentiva che, nella migliore delle ipotesi, la Costituzione del 1947 avrebbe coinvolto una generazione.

 

Cercheranno di sostituire Dio con le equazioni matematiche

«Alcune premesse lasciano scorrere inquietanti ricerche scientifiche...».

 

«Ci sono dei limiti che la scienza non può valicare... Alcune premesse lasciano scorgere inquietanti ricerche scientifiche... Si cercherà di sostituire Dio con le equazioni matematiche».

Pio XII sapeva vedere lontano, difatti in queste parole profetiche, pronunciate all'inizio degli anni Cinquanta, si riflettono le ricerche scientifiche, soprattutto nel campo della biologia e della fisica, dei nostri giorni.

Oggi, con la Theory of Everything, «la teoria del tutto», si ha la presunzione di svelare il mistero dell'universo, per arrivare a sostituire Dio con una formula matematica.

In altre parole, non più «Dio Redentore», ma «Massimo Matematico».

Questa ricerca scientifica, priva di etica, la troviamo anche in altri vaticini.

Un messaggio della fine Ottocento, attribuito a una suora di clausura, dice che: «Alla fine del Millennio, l'uomo si sentirà potente, al punto tale da violare i grandi misteri dell'Eterno... Ma l'uomo che si sentirà potente sarà più fragile di sempre perché questo sarà il tempo in cui le forze della natura si scateneranno per riportare il Creato alla sua bellezza originale... Perché alla fine del Millennio... la terra sarà avvelenata e l'uomo si dibatterà in una ragnatela di difficoltà e di dolori.

Alla fine, risorgerà l'umiltà. E l'uomo, nella disperazione dei cieli fumosi, ritornerà a rivolgersi a Dio... Perché i disastri provocati dall'uomo potranno essere sanati solamente con un intervento divino...».

 

La disoccupazione esploderà alla fine del Millennio

II suo nome sarà cancellato dalla storia

 

«II grave problema della disoccupazione ricomparirà in tutta la sua drammaticità, alla fine del Millennio...».

In tutti i discorsi elettorali del dopoguerra, il complicato, grave problema della disoccupazione veniva posto al primo piano.

I  sindacati parlavano di «mina vagante», i politici parlavano di «problema centrale». Ma gli indici della disoccupazione, soprattutto giovanile, continuavano a crescere, soprattutto al sud, dove si considerava che almeno la metà dei giovani si trovasse senza un lavoro.

Le cose migliorarono sensibilmente al nord, con l'opera di ricostruzione. E si iniziò a parlare di benessere.

Alcuni politici, con una visione limitata della realtà italiana, iniziarono allora a parlare della disoccupazione come di «un problema che ci si sta lasciando alle spalle... un problema superato».

Ma Pio XII non era dello stesso parere. Il Pontefice «era capace di vedere molto lontano», e dichiarava: «La disoccupazione è un problema tutt'altro che risolto... anzi riemergerà drammaticamente alla fine del Millennio, quando le macchine sempre più sofisticate sostituiranno l'uomo e il benessere sarà all'ultima frontiera...».

Questa preveggenza si sta avverando ai nostri giorni. I dati statistici presentano difatti percentuali di disoccupati in continuo aumento.

Un terzo dei giovani è senza lavoro. Mentre il lavoro nero è una piaga che sta dilagando.

In alcune località del Meridione, si supera abbondantemente la percentuale del 50 per cento dei disoccupati.

II benessere, come aveva profetizzato il Santo Padre, non ha sconfitto la disoccupazione, che riemerge «in tutta la sua drammaticità».

 

IL SUO NOME SARA' CANCELLATO DALLA STORIA

«... E il popolo ricorderà la dittatura di Stalin come tempo dominato dal terrore».

 

Nel 1950 la stampa di sinistra lanciò una proposta: nei nuovi quartieri delle grandi città, una piazza o una via andava dedicata a Stalin, padre dei lavoratori, unica speranza e difesa contro lo sfruttamento capitalistico.

Pio XII fece un solo commento, dal contenuto profetico: «... il dittatore russo, fra mezzo secolo, sarà cancellato dalla storia... perché il popolo russo ricorderà la dittatura di Stalin come tempo dominato dal terrore e dall'ingiustizia».

Si tratta di una profezia che si sta avverando ai nostri giorni. Con la fine dell'Unione Sovietica, i busti e le statue del dittatore sovietico sono stati abbattuti.

Nella terra dei vincitori si rinnovarono gli episodi che avvennero nel 1943 in Italia, alla caduta del fascismo.

La demolizione di un personaggio così scomodo continuò poi con la politica di Eltsin, il quale, a distanza di cinquantaquattro anni dall'epopea di Stalingrado, ricordò al popolo russo che la città, dove si svolse la leggendaria battaglia, aveva «cambiato veste». E il suo nome era Volgograd.

Il messaggio lanciato negli anni Cinquanta dalla stampa italiana di sinistra non raccolse grandi entusiasmi. E mezzo secolo dopo, come aveva profetizzato Pio XII, nei pochi casi in cui la via o la piazza era stata dedicata a Stalin, si provvide a cambiare frettolosamente la toponomastica.

Quello che sembrava una gloria, si trasformò in una vergogna.

La revisione storica è appena iniziata. Sarà necessario voltare definitivamente pagina, per cancellare dalla storia «personaggi ed eventi che vanno dimenticati, per misericordia...».

 

Vivrete nella civiltà dello Spirito

«Un giorno l'uomo conoscerà la civiltà dello spirito. E imparerà a vivere in una dimensione di pace...».

 

«La politica del grande consumismo finirà per disorientare l'uomo, che si aggrapperà ancora di più ai beni materiali e ai piaceri della vita, trascurando i contenuti profondi della vita stessa... Assistiamo all'attuazione di un progetto inquietante, perché si tende a condizionare l'uomo a un tipo di vita superficiale, rivolta esclusivamente all'esterno».

Sono parole pronunciate dal Pontefice nel 1952. Parole che meritano una riflessione.

E la stessa cosa si può dire per altre «considerazioni», questa volta dal contenuto profetico, che risalgono allo stesso periodo: «Si vuole orientare l'uomo a vivere un'esistenza materialistica... dove contano solamente i beni materiali. Su questa strada, la vita finirà per diventare un'angoscia senza fine».

Nelle «visioni» del Santo Padre c'è però, probabilmente, «qualcosa» che invita alla speranza. E questo traspare in alcune «considerazioni».

«Un giorno l'uomo conoscerà la civiltà dello spirito. E imparerà a vivere in una dimensione diversa... Sarà in quel tempo che nuovi valori saranno considerati... Sarà in quel tempo che s'impareranno ad apprezzare le cose che non si vedono, perché sono eterne».

Ma prima di approdare «alla spiaggia dello spirito» dovranno certamente passare alcune generazioni.

Questo si può capire, leggendo altri messaggi profetici. Nelle lettere profetiche della Monaca di Dresda si dice, a questo proposito, che: «... Giungerà un tempo in cui lo spirito guiderà il mondo... E grandi saranno gli uomini, se sapranno vivere di umiltà e di fede».

Per arrivare alla civiltà dello spirito sarà necessario però distruggere la civiltà della materia: la civiltà che ha prodotto l'angoscia collettiva.