Tratto da :
Autore : PIERRE VIGNE
De Vecchi editore
IL FILM DELLA VITA
L'ESAME DELLA PROPRIA VITA
"Che cosa hai fatto nella vita che sia
degno d'essermi mostrato? Sei pronto a morire?": sono queste le due
domande che l'essere di luce rivolge al morente circondato da un ineffabile
sentimento di amore. Esse non implicano né giudizi, né
condanne, contrariamente a quanto credevano gli antichi Egizi cha guardavano alla morte con terrore. L'essere di luce si eleva
a luminosa coscienza di colui che sta per morire,
esortandolo a riflettere sulla propria esistenza affinchè sia possibile
continuare il cammino nell'aldilà. Il morente non accoglie queste domande come
un ordine, ma solo come un benevolo invito di fronte al quale non resta che
arrendersi. Scatta allora il meccanismo psichico di cui abbiamo già avuto modo
di parlare: il morente rivede la sua intera esistenza, in un rapido susseguirsi
di episodi. I ricordi si succedono nell'esatto ordine
cronologico: il matrimonio, per esempio, dopo la prima comunione, il primo
lavoro dopo gli anni trascorsi a scuola, ecc. È un flusso ininterrotto di
ricordi che si riaffacciano alla memoria con estrema precisione, senza che un
solo dettaglio, per quanto trascurabile, venga
tralasciato.
Un testimone racconta che, ripensando al
giorno del suo matrimonio, si è ricordato esattamente gli invitati, il loro
abbigliamento, il tempo e così via. Un altro, rievocando il suo primo giorno di
scuola, ricorda di avere rivisto nei minimi particolari il viso della
direttrice, su cui spiccavano una verruca, due occhi celesti e una leggera
peluria sopra il labbro superiore. Dettagli probabilmente registrati e mai più
riaffiorati alla memoria.
Le immagini finiscono con il formare un film che viene proiettato, con estrema rapidità, su una sorta di
schermo panoramico. Gli avvenimenti che hanno costituito la vita dell'individuo sfilano davanti agli occhi con una tale precisione
di dettagli da renderli nuovamente vitali e tangibili alla coscienza dello
spettatore.
"L'essere di luce mi ha chiesto: 'Cos'hai
fatto nella vita?' E subito i ritorni al passato, i flash-back, come si
definiscono nel linguaggio cinematografico, sono iniziati. Improvvisamente,
senza avere neppure il tempo di accorgermene, sono stato proiettato nel
passato. Mi sono ritrovato, bambino, a muovere i primi passi. Poi in una scuola materna, dove giocavo con una bambina che amavo
molto e che portava i capelli legati da un nastro rosso. Ho anche
rivisto un'escursione in mare in compagnia dei miei genitori, alcuni episodi
avvenuti al liceo, la maturità, i primi anni trascorsi all'università, ecc.
(...)"
HO RIVISTO
"Non saprei come spiegarvelo, le parole non servono molto, era tutta la mia vita che scorreva. Cinquant'anni condensati
in pochi secondi. Incredibile! Ma, dopo tutto, se
anche la luce si condensa, perché non potrebbe accadere la stessa cosa alla
nostra vita? Una concentrazione di luce da origine, come
sapete, al raggio laser.
Non sono sicuro di niente, so solo che la mia vita mi sfrecciava
davanti a una velocità pazzesca. Il paragone con il
laser non è casuale: la sua estrema precisione ricorda quella che ha
caratterizzato il mio salto nel passato."
"La bambina di cui ho già parlato, oggetto del mio amore
infantile, l'ho rivista come se l'avessi avuta accanto a me, vestita di un
abitino azzurro che le lasciava scoperte le braccia. Ho potuto notare anche
altri particolari. Ho rivisto le decorazioni della sala riservata ai giochi e
la maestra che portava una larga cintura di cuoio e i capelli raccolti in uno chignon. E il fatto più
straordinario era che assistevo alla proiezione delle immagini sullo schermo,
ma contemporaneamente mi trovavo sullo schermo!"
"Ero uno dei personaggi del film e nello stesso tempo avevo
il ruolo di spettatore (...). Come un bravo regista scompare dietro lo
spettacolo che ha montato e si fa dimenticare per lasciare spazio agli attori,
così l'essere di luce si era fatto da parte durante la
proiezione del film della mia vita. Tuttavia,
continuavo ad avvertire la sua presenza, decisa ma discreta, e sapevo
istintivamente, se così si può dire, che non mi aveva abbandonato. Aveva dato
il via alla proiezione del film perché potessi rispondere alla domanda 'Che
cosa hai fatto nella vita?' e avevo l'impressione che osservasse
affettuosamente lo svolgimento dell'operazione. L'essere di luce non parlava
quasi più, ma interveniva in alcune scene per indicarmene il recondito
significato. Era sufficiente una parola poiché
entrambi eravamo sintonizzati sulla medesima lunghezza d'onda. Sottolineava insistentemente l'importanza dell'amore,
facendomi notare come in alcune occasioni me ne fossi allontanato (...). Nel
frattempo, mi aveva informato che sarei dovuto ritornare sulla terra. Compresi
immediatamente che il mio viaggio nell'aldilà doveva
avere un senso, che la lezione che ne avevo tratto non doveva andare perduta
(...)." Un film che scorre con prodigiosa rapidità.
Un inevitabile esame di coscienza. Una lezione. Un ineffabile sentimento di amore. Il morente è in grado di raccontare la trama del
film, descrivendo ogni singola immagine con ricchezza di dettagli pittoreschi,
concreti, stupefacenti. Ogni episodio si ripresenta alla coscienza con
incredibile nitidezza e vivacità di particolari riaffiorati da ricordi ormai
remoti, da incidenti dimenticati.
In pochi istanti si ripensa a tutto quanto si è fatto, si è
subito, si è vissuto, raggiungendo in un attimo indimenticabile l'assoluta e
indelebile certezza che l'amore è la cosa più importante che esista sulla
faccia della terra.