Tratto da: NOSTRADAMUS SETTIMO MILLENIO

Autore:     Luciano Sampietro    Edizioni: PIEMME

 

LE VICENDE DELLA CHIESA CATTOLICA (Parte seconda)

 

È appena il caso di osservare che la data del 2017 coincide con la fine della prima e più tragica fase del­la terza guerra, che segnerà la vittoria di Enrico sulle forze dell'Anticristo e la cacciata degli arabi dall'Europa. L'espansione nel mondo della Rosa-Croce è del resto confermata dalla Centuria V, quartina 96:

La rosa sulla metà del gran mondo,

per fatti nuovi ancor sangue versato:

ma si terrà la bocca chiusa in fondo,

se tardi all'uopo verrà l'aspettato.

 

La quartina profetizza che in futuro si formeranno due blocchi politico-religiosi: in quasi tutta Europa, nel­l'Africa e in gran parte dell'Asia dominerà l'Anticristo; nelle Americhe, in un lembo d'Europa, in parte dell'Asia e in Australia vi sarà la Rosa, che avrà intrapreso la sua opera di rigenerazione della Fede Cristiana. In quel tem­po vi sarà un ennesimo eccidio, causato dal ritardo con il quale arriveranno i soccorsi. Non sarà però il momen­to per proteste o contestazioni: la gravità della situazio­ne indurrà tutti a tenere la bocca chiusa.

Alla rosa accenna ancora la Centuria V quartina 31:

In terra Attica capo di sapienza,

che la rosa nel mondo ora è per tutti:

ponte crollato e sua gran preminenza,

suddita sarà e naufraga dei flutti.

Il capo della Rosa-Croce, che in quel tempo sarà con­siderata la depositaria di ogni saggezza, nell'attraversare un ponte pericolante in Attica (o in terra artica, in quanto la stampa nel testo originale è approssimativa e non si comprende se sia scritta una «t» o una «r»), ca­drà di sotto trovando la morte tra le onde. Al di là del tragico episodio, la quartina conferma l'ipotesi che la Rosa-Croce avrà nel prossimo futuro una grande dif­fusione che consentirà agli uomini di avviarsi sulla stra­da della luce e della consapevolezza di Dio.

Se è questa l'interpretazione corretta, la morte del pontefice dovrebbe avvenire tra il 2001 e il 2002, quan­do la Rosa, come indicato dalla sestina, sarà già sboc­ciata. Ma il lasso di tempo può essere ulteriormente ri­dotto, giacché la sestina chiarisce anche che, quando il gran principe accetterà l'iniziazione al movimento mi­stico, esso sarà già ammirato in Francia, per cui l'anno di riferimento può essere solo ormai il 2001.

Nella prima edizione avevo indicato la fine del 2000 quale momento della morte dell'attuale pontefice e ciò sulla base della Centuria X, quartina 91:

Nel seicentonove, di Roma il Clero

a capodanno farà lo scrutinio,

d'uno della Compagnia, grigio-nero,

che mai ve ne fù uno più maligno.

L'anno 1609, infatti, era da identificarsi nel 2001 (1609+392) anche in considerazione del fatto che il 1609 indicato nella quartina definiva un anno sicuramente errato, in quanto in quell'anno sedeva sul trono di Pietro con il nome di Paolo V, Camillo Borghese e vi sarebbe rimasto fino al 1621, per cui appariva di tutta evi­denza che la vera data era un'altra e l'unica possibile appariva quella della Liturgia, con la conseguenza che a capodanno del 2001 il Conclave avrebbe dovuto eleg­gere un nuovo pontefice.

Anche con riferimento a questa quartina non si può che restare ammirati - ancora una volta - della straor­dinaria capacità di Nostradamus di giocare con le pa­role.

Infatti, in moyen, «chef» non significava soltanto «capo, testa», ma anche «fin», cioè «fine», 'con la con­seguenza che «chef de l'an» nella quartina poteva si­gnificare sia il primo che l'ultimo giorno dell'anno, con il che praticamente il nuovo papa poteva essere eletto, secondo questo doppio significato, o il 1° gennaio o il 31 dicembre del 2001.

Alla luce di questa interpretazione, con tutte le de­bite riserve legate alla correttezza della Prophetia de Summis Pontificibus, all'identificazione nel 392 d.C. dell'anno della Liturgia e ancora all'applicabilità di tale chiave alla quartina X, 91, il nefasto accadimento della morte dell'attuale pontefice dovrebbe verificarsi tra il novembre e il dicembre del 2001.

Il nuovo pontefice, che a questo punto dovrebbe essere eletto il 31 dicembre, non dovrebbe costituire certo una scelta felice da parte del Conclave. Il Veg­gente lo definisce «grigio e nero» e ciò potrebbe allu­dere alla sua appartenenza ai Gesuiti, che sono così vestiti, anche perché il nuovo Papa dovrebbe essere «uscito dalla Compagnia», con il che il Veggente po­trebbe aver alluso alla sua provenienza dalla Compa­gnia di Gesù.

È possibile, tuttavia, anche una seconda interpretazione: il nuovo Papa potrebbe essere nero e con i ca­pelli ovviamente ormai grigi. In questo caso l'espres­sione «de la Compagnie yssu» potrebbe stare a signifi­care che il nuovo eletto non farebbe parte del Concla­ve, cioè si tratterebbe di un "non cardinale" o ancora che si tratterebbe di un prelato che per un certo perio­do si era allontanato dalla Chiesa.

La Propbetia de Summis Pontificibus lo indica con il motto «Gloria ulivi» che può tradursi «Simbolo di pace», il che farebbe pensare a uno stemma gentilizio o di apostolato raffigurante un ramo d'olivo o una colomba bianca o altro simbolo che ricorda la pace.

Il nuovo Papa sarà purtroppo un uomo malvagio e certamente non gioverà alla Chiesa.

Tenuto conto delle caratteristiche negative del nuo­vo pontefice e dopo aver esaminato la storia dei Papi che si sono succeduti sul Soglio di Pietro dalla morte di Nostradamus, pare di poter sostenere che a questo Papa si riferisca anche la Centuria VI, quartina 26:

Quattro anni il seggio poco ben terrà,

succederà un di vita depravato,

Ravenna, Pisa, Verona farà,

per issar la croce del Papa odiato.

Sappiamo dunque che il penultimo Papa terrà il seg­gio per circa quattro anni: pertanto, poiché sarà eletto il 31 dicembre del 2001, il suo pontificato finirà tra il dicembre del 2005 e il febbraio del 2006.

Nella prima edizione, nel trattare della figura del penultimo pontefice avevo ritenuto di riferire a lui la Centuria III, quartina 65:

Quando il sepolcro del gran Roman trovato,

il giorno dopo sarà eletto pontefice,

dal senato non sarà molto approvato,

avvelenato, il suo sangue in sacro calice.

Affermavo, infatti, che in tutta la storia dei Papi che si erano succeduti dopo la morte di Nostradamus, non risultava esservi mai stato un episodio quale quello de­scritto nella quartina per cui, tenuto conto del fatto che l'attuale pontefice dovrebbe morire a Lione e che l'ul­timo Papa dovrebbe finire i suoi giorni tragicamente, catturato dagli arabi, la quartina pareva potersi riferire esclusivamente al successore di Giovanni Paolo II.

Ritengo ora, invece, che la quartina in argomento faccia riferimento a un'altra luminosa figura di Ponte­fice e precisamente a Giovanni Paolo Primo, cioè ad Albino Luciani, eletto dal Conclave alla prima fuma­ta, rimasto sul trono di Pietro solo un mese («de medietate lunae») e morto in circostanze a dire poco sospette.

Circa il ritrovamento del sepolcro di un «grande Ro­mano», tutti gli interpreti hanno concordemente rite­nuto che si dovrebbe trattare di una scoperta archeolo­gica, e alcuni l'hanno identificata con quella della tomba di Pietro, avvenuta sotto il papato di Giovanni XXIII. Questa interpretazione appare del tutto scorretta, sia in considerazione dell'immenso favore e simpatia che suscitò quel grande pontefice anche in seno alle gerar­chie ecclesiastiche, sia per il fatto che tra la sua nomi­na e il ritrovamento non vi fu la concordanza crono­logica descritta.

Nella prima edizione avevo opinato che il «Gran Romano» fosse l'attuale pontefice Giovanni Paolo II, avendo appuntato l'attenzione solo sulla sua immensa figura e trascurato così proprio il termine impiegato «gran Romano».

In realtà il «Grande Romano» per eccellenza è uno solo ed è Paolo di Tarso, che, rispetto agli apostoli, era appunto un «civis romanus».

Quindi quel verso stava a fare riferimento a San Pao­lo e pertanto al pontefice che ne portava il nome, cioè a Paolo VI.

Il verso dunque stava a significare: «Quando sarà tro­vato un (degno) sepolcro per il Grande Romano (cioè per Paolo VI), il giorno dopo sarà eletto pontefice».

Puntualmente, infatti, Albino Luciani venne eletto alla prima votazione e dopo la sua elezione si trovò im­mediatamente a fare i conti con un establishment vati­cano che ostacolò la sua voglia di cambiamento e di fare chiarezza in molte pieghe oscure dell'amministra­zione e della finanza, dalle quali trasparivano ambigui rapporti di natura affaristica.

Dunque, ben presto, il nuovo pontefice si trovò in­sospettati nemici, timorosi che lui scoprisse questi aspet­ti oscuri e risoluti ad impedirlo e ciò determinò la sua fine: come l'agnello di Dio, anch'egli venne sacrificato sull'altare dell'opportunità politica e quello che per Gesù fu la croce fu per lui il veleno.

Ad Albino Luciani Nostradamus ha dedicato un'altra quartina, la X, 12, che costituisce quasi un commos­so saluto per una persona buona e dolcissima:

Eletto Papa, da eletto sprezzato,

subito impulsivo e timido detto,

sì buono e gentil a morir destinato,

notte guida mortal, tra tremiti retto.

Subito dopo la sua elezione, Albino Luciani fu fatto oggetto di derisione per la sua sincera impulsività e la sua timidezza. Era troppo buono e votato ai principi più puri per poter vivere a lungo in un ambiente che in quel momento era intriso di interessi finanziari e colle­gato ad oscuri centri di affari più o meno leciti. L'esse­re divenuto capo della Chiesa un soggetto così alieno da ogni tipo di interesse materiale ed allo stesso tempo tanto intelligente e pronto da comprendere immediata­mente quel che non andava, determinò la sua condan­na a morte. E così il veleno a lui somministrato prima di coricarsi lo fece svegliare in piena notte tremante, fa­cendolo morire mentre veniva sostenuto dagli addetti alla sua persona.

In ogni caso, dopo i quattro anni del papa «gris et noir» dovrebbe essere eletto pontefice, grazie all'appog­gio dei cardinali di Ravenna, Pisa e Verona, un essere indegno del Soglio di Pietro, che il Veggente definisce senza mezzi termini «libidinoso di vita». L'opera di que­sto pontefice dovrebbe essere tale da far sorgere in bre­ve contestazioni, che finirebbero con lo sfociare in un gravissimo scisma. Sicuramente a questo Papa si riferi­sce la Centuria VIII, quartina 93:

Sol sette mesi terrà prelatura,

alla morte gran scisma farà nascere,

sette mesi altro terrà la pretura,

in Stati Uniti pace e union rinascere.

La certezza del riferimento della quartina all'ultimo Papa deriva da due considerazioni: in primo luogo nella storia della Chiesa dal 1566 ad oggi non vi è stato un solo Papa chè sia durato sette mesi e che con la sua morte abbia determinato uno scisma. In secondo luo­go il termine «Uenise», anagrammato, dà «E. Unies» e, come si è visto nella lettera a Enrico, questo nome cela gli odierni U.S.A. Che l'interpretazione sia corret­ta è confermato dalla Centuria VIII, quartina 99:

Per la forza dei tre re temporali,

altrove sarà messa Santa Sede:

dove essenza dei corpi spirituali,

accolta sarà come vera sede.

Come si è visto nella lettera a Enrico, i «Roys tem­porels» sono in realtà i «Roys en petrol», cioè i signo­ri del petrolio e precisamente l'Iraq, l'Iran e la Libia   ……………..Continua