Tratto da: Le Grandi Profezie 

Autore Franco Cuomo

 

Newton & Compton Editori

 

L'ultimo Papa  Parte terza

 

Coliseus stabit et Roma.

Quando cadet Coliseum, cadet et Roma.

Quando cadet Roma, cadet  et  mundus.

 

" Il Colosseo resisterà e anche Roma.

 Quando cadrà il Colosseo cadrà anche Roma.

 Quando cadrà Roma, cadrà anche il mondo."

 

 

46. De meliore sidere (La migliore stella). Innocenzo VII (1404-1406) apparteneva alla famiglia Migliorati e aveva per emblema araldico una stella luminosa.

 

47. Nauta de Ponte Nigro (Nocchiero di Ponte Nero). Gregorio XII (1406-1415) era stato cardinale di Negroponte. L’attributo di nocchiero o navi­gante (nauta) si riferisce alla sua origine veneziana. Malachia l’userà anche per Giovanni XXIII, in quanto patriarca di Venezia.

 

48. Flagellum solis (Il flagello del sole). Alessandro V, antipapa (1409-1410), inasprì lo scisma, aggravando quello che era considerato dalla Chiesa un flagello. Aveva un sole sullo stemma.

 

49. Cervus sirenae (Il cervo della sirena). Giovanni XXIII, antipapa (1410-1415), proveniva da Napoli, città simbolizzata nell’antichità dalla sire­na Partenope. Era poi stato cardinale di Sant’Eustachio, che aveva per emblema un cervo.

 

50. Columna veli aurei (La colonna del velo d’oro). Martino V (1417-1431), della famiglia Colonna, fu cardinale di San Giorgio del Vello d’oro.

 

51. Schisma barcinonicum (Lo scisma di Barcellona), Clemente VII, antipa­pa (1424), proveniva da Barcellona, dove aveva maturato la sua deci­sione scismatica.

 

52. Lupa coelestina (La lupa celestina). Eugenio IV (1431-1447) era stato canonico dei celestini e aveva una lupa nello stemma.

 

53. Amator crucis (Amante della croce). Felice V, cioè Amedeo di Savoia, antipapa (1440-1449), fu legato alla fede da una passione tormentata e contraddittoria. Aveva sul blasone la croce della sua casata.

 

54. De modicitate lunae (La modestia della luna). Niccolò V (1447-1455) ebbe natali umili a Sarzana, che ha a sua volta origine dalla romana Luna.

 

55. Bos pascens (Il bue al pascolo). Callisto III (1455-1458) inalberava sulle proprie insegne un bue al pascolo, tradizionale emblema dei Borgia.

 

56. De capra et albergo (Dalla capra e dall’albergo). Pio II (1458-1464) fu segretario delle famiglie Capranica e Albe rgati.

 

57. De cervo et leone (Il cervo e il leone). Paolo II (1464-1471) era stato vescovo di Cervia e cardinale di San Marco, l’evangelista del leone alato. Il leone ricorre anche sul suo stemma gentilizio.

 

58. Piscator minorita (Il pescatore minorita). Sisto IV (1471-1484) era figlio di pescatori liguri e frate minore.

 

59. Praecursor Siciliae (Il precursore di Sicilia). Innocenzo VIII (1484-1492) aveva il nome di Giovanni Battista, precursore di Cristo, e fu nunzio apostolico alla corte di Ferdinando i di Castiglia, re di Sicilia.

 

60. Bos albanus in porto (Il bue albano in porto). Alessandro VI (1492-1503) riporta sul trono di Pietro il tradizionale bue araldico dei Borgia. Ma il motto di Malachia fornisce questa volta due indicazioni in più, rispetto a Callisto III, evocando i periodi episcopali a Porto in Portogallo e poi ad Albano, presso Roma.

 

61. De parvo homine (Il piccolo uomo). Pio III (1503) era un Piccolomini.


62. Fructus lovis iuvabit (Il frutto di Giove gioverà). Giulio II (1503-1513) era frutto della dinastia della quercia (della Rovere), albero sacro a Giove, raffigurato anche sul suo blasone. Ebbe doti politiche e militari che servirono (giovarono) alle fortune della Chiesa. Ma la digressione mitologica può anche voler alludere alla sua passione per l’arte classica.

 

63. De graticula politiana (Dalla griglia poliziana). Leone X (1513-1521) era figlio di Lorenzo de’ Medici e allievo del Poliziano. La griglia ricorda appunto il martirio del santo di battesimo paterno.

 

64. Leo Florentius (Il leone Florent). Adriano VI (1522-1523), di origine olandese, si chiamava Florent. Aveva nello stemma un leone fiammin­go.

 

65. Flos pilae aegrae (Il fiore della colonna fragile). Clemente VII (1523-1524) aveva per emblema il fiore mediceo. La colonna fragile è proba­bilmente la Chiesa vacillante sotto il suo pontificato a causa dello sci­sma d’Inghilterra, provocato dalla sua opposizione al divorzio di Enrico VIII.

 

66. Hyacinthus medicorum (Il giacinto dei medici). Paolo III (1534-1549), della famiglia Farnese, il cui stemma era ornato di sei giacinti, successe a un papa dei Medici, dopo averlo servito con molta fedeltà. Ma la sen­tenza potrebbe anche riferirsi al titolo cardinalizio dei Santi Cosma e Damiano, dottori in medicina, conferitogli prima di essere chiamato al soglio.

67. De corona montana (Dalla corona dei monti). Giulio III (1550-1555) si chiamava Giovanni Maria del Monte, era nato in Monte San Savino e aveva tre monti coronati di lauro nello stemma.

 

68. Frumentum floccidum (Frumento sterile). Marcello II (1555) fu papa per ventitré giorni, troppo poco per lasciare traccia. Per questo il fru­mento del suo blasone è flaccido, sterile.

 

69. De fide Petri (La fede di Pietro). Paolo IV (1555-1559), che di nome si chiamava Pietro, fu zelante promotore del Tribunale della Fede, isti­tuendo tra l’altro l’Indice dei libri proibiti.

 

70. Aesculapii pharmacum (La medicina di Esculapio). Pio IV (1559-1565) aveva studiato medicina, ma il riferimento a Esculapio può anche inten­dersi rivolto a richiamare indirettamente il suo casato, che era quello dei Medici.

 

71. Angelus nemorosus (L’angelo del bosco). Pio V (1566-1572) aveva nome d’angelo, Michele, ed era nato a Bosco, presso Alessandria.

 

72. Medium corpus pilarum (Il corpo dimezzato tra le sfere). Gregorio XIII (1572-1585) resse la Chiesa negli anni della riforma copernicana, che in pratica rivoluzionò il rapporto dell’uomo con le sfere celesti. Aveva inoltre sul blasone un drago dal corpo dimezzato, circondato da palle.

 

73. Axis in medietate signi (L’asse nella metà del segno). Sisto V (1585-1590) aveva per stemma un leone, segno anche zodiacale, diviso a metà da un’asse.

 

74.  De rore coeli (La rugiada del cielo). Urbano VII (1590) ebbe il pontifi­cato più breve della storia: tredici giorni. La rugiada indica forse lo spazio di un mattino. Potrebbe però anche riferirsi a una leggenda di Rossano Calabro, dov’era stato vescovo, e dove si credeva che certenotti venisse dal cielo la manna, spandendosi sull’erba umida e lieve come rugiada.

Continua….